Una novità assoluta nell’offerta culturale del comprensorio soveratese che si prepara ad accogliere la sua prima galleria fotografica, di Cine Sud azienda leader nella vendita di prodotti fotografici e videografici. La nuova realtà, progettata all’interno dello Store completamente rinnovato, mira a creare uno spazio in cui “abitare” la passione della fotografia attraverso una sala esposizioni che ospiterà un ricco cartellone di mostre fotografiche che spazierà dalla presenza degli autori più noti a quelli emergenti.
Un’offerta culturale consegnata alla popolazione calabrese che potrà gratuitamente visionare dal vivo le opere che hanno segnato la storia della fotografia e quelle che ambiscono a ritagliarsi un posto di assoluto rispetto nelle avanguardie contemporanee. L’apertura della mostra che sarà ospitata fino al 23 ottobre, avverrà nella giornata di giovedì prossimo alle ore 18.00 alla presenza del primo autore, il fotografo calabrese Domenico Giampà.
Si intitola “Presenze” il lavoro di Giampà che mutua dall’esperienza biografica del fotografo, l’essenza delle suggestive immagini che raccontano la storia della diaspora del popolo calabrese in cerca di fortuna nelle città del nord Italia, vissuta in prima persona dall’autore. Il distacco dalla Calabria e il trasferimento a Torino avvenuto negli anni giovanili, sono state per Giampà l’occasione di una crescita professionale e culturale ma anche di una forte esperienza umana di solitudine e straniamento all’interno di una città le cui “presenze” vengono immortalate nel grigiore di una prospettiva di estrema solitudine che ha caratterizzato la storia di molti emigrati in cerca di un’opportunità.
“Questo lavoro – spiega l’autore – è stato il primo da me presentato all’interno del circolo fotografico a cui mi ero iscritto subito dopo il mio trasferimento a Torino. Emigrato dalla Calabria in cerca di una strada professionale che sembrava negata ai giovani degli anni ’80, mi ritrovai in una città industriale dell’estremo nord, a sperimentare la solitudine e il grigiore di un ambiente molto diverso da quello da cui provenivo. Una realtà che, accanto l’emancipazione di un luogo che diveniva multiculturale, accogliendo persone provenienti da altre regioni italiane e da paesi stranieri, si presentava come affannosamente impegnato a difendere la propria identità attraverso l’esclusione di chi, sentito come “altro da sé” veniva accolto ma diversamente “catalogato”. Ricordo ad esempio che nel circolo fotografico, in cui mi ero presentato, “la società fotografica subalpina”, vi erano due possibilità di ingresso, una attraverso una tessera di “socio ordinario” riservata esclusivamente ai torinesi e una di “amico” concessa ai meridionali. Fu il primo di diversi turbamenti racchiusi nei sentimenti che hanno dato vita alle fotografie che ho deciso di esporre a distanza di anni, dopo il mio rientro in Calabria”.
“Chi guarderà quelle foto non troverà quello che sono ma quello che, in un periodo particolare della mia vita, sono stato. Le foto sono state realizzate con una Yashica manuale che al tempo strideva con le costose attrezzature degli altri iscritti al circolo fotografico; l’avevo comprata con il secondo stipendio guadagnato. Avevo deciso di realizzare un lavoro, al tempo considerato d’avanguardia, partendo da un tema che ha poi dato vita alle foto che saranno ora esposte”, conclude Giampà.
Una “street experience” quella di Giampà in una storia senza tempo che lascia lo spettatore sospeso in una riflessione fatta di silenzi e spazi indefiniti. “Con le foto di Domenico Giampà – spiega il responsabile di Cine Sud Francesco Mazza – inaugureremo uno spazio che ritenevo indispensabile consegnare agli appassionati di fotografia del territorio. Una sala mostra dove troverà posto anche la sala destinata alla formazione fotografica in cui saranno organizzati workshop, eventi culturali e gli incontri con gli autori noti e meno noti del settore. L’amico Domenico Giampà è uno di quegli autori poco conosciuti ma di grande valore artistico e umano. I lavori esposti nella nuova Galleria fanno parte di quelle opere capaci di entrare in empatia con l’osservatore senza bisogno di essere accompagnate da informazioni legate al periodo in cui le foto sono state scattate né alle ambientazioni ritratte. Protagoniste dell’esposizione di Giampà saranno le figure umane, sempre presenti e spesso indistinte, gli spazi silenti e indefiniti, la luce tersa ma mai protagonista in una serie di fotogrammi in bianco e nero che non vogliono raccontare ma vogliono far riflettere, offrendo spunti di univoca interpretazione: l’emigrante, se torna, non torna mai completamente, un pezzo di sé rimarrà per sempre nella terra che lo ha ospitato”.