Oggi nuova udienza del processo scaturito dall’inchiesta “Showdown” sulle cosche di ‘ndrangheta con i loro presunti boss e affiliati nel soveratese. Dopo la richiesta di assoluzione per per Massimo Procopio, Saverio Mirarchi, Teo Sinopoli e Giandomenico Rattà, lo scorso 11 settembre, da parte del pm Vincenzo Capomolla, stamattina è stata la volta delle discussioni difensive degli avvocati difensori. Per i quattro imputati, che rispondono tutti allo stesso capo di accusa di abuso di ufficio, hanno preso la parola i legali Attilio Matacera (difensore dell’ex vicesindaco Sinopoli), Maurizio Belmonte (avvocato dell’imprenditore Rattà), Armodio Migali (che difende Procopio, dipendente del Comune di Soverato) e Saverio Pittelli (per la difesa di Mirarchi, attuale responsabile lavori pubblici del Comune di Soverato). Tra le altre posizioni discusse oggi, quella di Giuseppe Agresta, trentenne di Satriano difeso dall’avvocato Domenico Calabretta, per il quale la richiesta del pm è di sei anni e sei mesi, e quella di Saverio Gregorio Mirarchi accusato di furto aggravato dal metodo mafioso, per il quale ha discusso l’avvocato Vittorio Ranieri.
Il 29 e il 30 settembre prossimi si ritornerà in aula con le arringhe difensive per le altre posizioni, molte delle quali riguardano i presunti capibastone delle ‘ndrine soveratesi, da Michele Lentini a Fiorito Procopio a Maurizio Tripodi, ritenuti al vertice della cosca Sia-Tripodi-Procopio, per i quali il pm ha chiesto ventiquattro anni di reclusione. Venti anni la pena detentiva invocata invece per Antonio Gullà, accusato di essere l’esecutore materiale del delitto Rombolà che nell’estate del 2010 fece scalpore per l’esecuzione a freddo su una frequentatissima spiaggia libera del litorale soveratese. A svolgere le arringhe difensive per la maggior parte di loro sarà il penalista Salvatore Staiano. La sentenza del tribunale di Catanzaro è attesa per i primi giorni di ottobre.
E proprio questa mattina la Guardia di finanza di Catanzaro ha sequestrato beni per 25 milioni di euro alla cosca Sia-Procopio-Tripodi, confiscando persino un villaggio turistico, oltre che una villa con piscina, un terreno, sei automobili, conti bancari e soldi in contante. Il provvedimento è stato eseguito dal Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Catanzaro, a conclusione di una mirata attività di indagine economico-patrimoniale sulla cosca che per anni ha spadroneggiato nel soveratese, insanguinandolo con una faida scoppiatat tra ‘ndrine rivali (la cosiddetta Faida dei boschi).
Teresa Pittelli