Con la notifica di 26 avvisi di conclusione delle indagini a carico di altrettante persone coinvolte, si scrive un’altra pagina buia della storia politico-amministrativa del Capoluogo di regione. I nuovi fatti relativi a “Catanzaropoli” consegna, ancora una volta, alla cronaca nazionale un quadro desolante che aggrava la situazione già delineata nel primo filone dell’inchiesta. Si continua mortificare una città già messa in ginocchio da disservizi e degrado che condannano quello che dovrebbe essere il Capoluogo di regione alla marginalità. Politici, imprenditori, funzionari pubblici, dirigenti comunali, vigili urbani e professionisti, accusati a vario titolo di peculato, induzione indebita a dare e promettere utilità, truffa, abuso di ufficio: in poche parole uno schiaffo alla dignità della città onesta, laboriosa, perbene che si sacrifica, paga le tasse, rispetta le regole.
Quando raccontato in quella ormai famigerata inchiesta riassume una costante mancanza di rispetto nei confronti dei catanzaresi che, nonostante tutto, hanno continuato a dare e guardare all’amministrazione comunale al governo con la speranza di una inversione di marcia. Un una quotidianità fatta di rifiuti, strade dissestate, periferie abbandonate, centro storico svuotato, disoccupazione, vuote campagne di propaganda, economia in ginocchio, recrudescenza criminale che le beghe politiche e i turn over in Giunta non riescono a dissimulare nella loro pesante gravità. E’ arrivato il momento di uno scatto di orgoglio: l’amministrazione comunale si preoccupi di dare risposte alla comunità catanzarese e si concentri sull’individuazione delle vie d’uscita a questo impasse che blocca ogni possibile prospettiva di futuro.