“Il Comune è parte lesa in una vicenda in cui noi stessi stiamo scavando con verifiche tecniche e amministrative: ma devo smentire false rivelazioni e inesattezze che danneggiano la nostra immagine”. Francesco Fusto, sindaco di Borgia e ingegnere dell’Arpacal, prima di parlare alla stampa (lo ha fatto stamattina nella sala consiliare del Comune) ha raccolto dati, immagini, rilievi su quella che è stata definita nei giorni scorsi la “discarica fantasma” in zona Cutruzzo a Roccelletta, nelle denunce prima della stampa, e poi dei deputati 5Stelle Paolo Parentela e Dalila Nesci. Fusto tiene tanto ad accertare la verità, insomma, quanto a ristabilire gli esatti elementi della vicenda. Innanzitutto, cosa c’è nell’area incriminata? “C’erano due cassoni scarrabili della Sear (la ditta incaricata della raccolta rsu, ndr), uno contenente il vetro e un altro plastica, frutto della raccolta differenziata dei rifiuti comunali”, spiega Fusto. “Poi alcuni ingombranti, ad esempio qualche frigorifero e televisore, qualche mobile in legno e materasso, più alcuni box-container insieme a lamiere, pezzi di una gru, un cumulo di plastica e uno di gomme”, prosegue l’elenco di Fusto. “Il proprietario del terreno ha asserito che sono i resti lasciati dalle ditte che hanno lavorato alla variante della statale 106 alle quali aveva affittato il terreno e con le quali – rileva Fusto – sarebbe in contenzioso”.
“Non rispondono quindi a verità le illazioni sull’esistenza di vasche per la raccolta del percolato in un’area adiacente, dal momento che le “vasche” individuate altro non sono che un allevamento di maiali”, chiarisce Fusto, che fornisce le immagini a fianco. “E strumenti indicati come rifiuti – continua – sono attrezzi del proprietario, ad esempio una pala meccanica”. Quanto alla presenza della Sear, Fusto ribadisce che “il Comune non ha mai autorizzato il deposito in quell’area dei mezzi, perché il capitolato speciale d’appalto non prevede che l’ente conceda alla ditta alcuna area”. “Se emergeranno danni o responsabilità dall’inchiesta aperta dalla magistratura, noi saremo i primi a costituirci parte civile”, ammonisce il primo cittadino, che annuncia anche verifiche in proprio da parte del Comune. “Abbiamo chiesto l’autorizzazione alla Procura, che lunedì ha sequestrato l’area, per monitorare la qualità dell’area e svolgere un campionamento del suolo con i tecnici Arpacal – annuncia Fusto – anche perché lì vicino c’è un ristorante, presso il quale i mezzi Sear andavano a raccogliere la differenziata, e anche un fondo coltivato”.
“Il colmo dell’inesattezza si è raggiunto mettendo in dubbio la bontà della nostra rsu, quando siamo tra i pochi Comuni del catanzarese ad aver ottenuto percentuali di raccolta differenziata vicine al 40% nel 2014 e oltre il 48% nei primi mesi del 2015, con un enorme balzo in avanti rispetto al 2012 quando ci insediammo, anno al quale purtroppo si fermano i dati del rapporto regionale Arpacal 2013″, insiste Fusto. Che annuncia un’isola ecologica già finanziata con 90 mila euro di fondi regionali, e 60 mila di budget comunale, a supporto della raccolta differenziata porta a porta, che dal 1° settembre si è completata con l’aggiunta della raccolta del vetro casa per casa e l’eliminazione dalle strade delle “campane”.
Teresa Pittelli