Sommessamente e con discrezione, come è mio costume, vorrei inserirmi nella vivace polemica che a Soverato sta infervorando gli animi: l’ormai famosa iniziativa “Una panchina per Michelino“. Trovo veramente di cattivo gusto la continua esibizione di foto di questa povera anima che ha vissuto la sua vita tutto sommato da sofferente e vittima di un destino avverso. A mio parere lui non merita di far parte di questa odiosa polemica: ha soltanto il diritto di riposare in pace e tutti, dico tutti, hanno il dovere di rispettarne la memoria. Sulla panchina o statua, o qualsiasi altra cosa sia in discussione, dovrà decidere un dibattito leale, aperto come si conviene a persone civili e colte, almeno cosi le presuppongo.
In una città come Soverato non c’è più nessuna occasione culturale di respiro ampio o internazionale, come il vicino Festival Jazz di Roccella jonica solo per fare un esempio. Grandi e importanti manifestazioni, che io ricordi, risalgono ormai agli anni ’60, come il Premio letterario Scogliera d’argento al Miramare, I carri di Tespi, teatro lirico itinerante portato avanti da don Gino Alcaro, il festival canoro voluto dal grande sindaco Antonino Calabretta. Iniziative da grande città votata al turismo, che ormai sono solo un lontano ricordo. E allora cerchiamo di parlare di cultura, di musica, di poesia. Non indulgiamo in polemiche sterili che alla fine danneggiano, più che omaggiare, una persona come Michelino che è stata amata e rispettata dai suoi concittadini, rimanendo nel cuore di tutti.
Se poi c’è una parte della popolazione che sposa questo progetto, è giusto che vinca la volontà popolare, ma prima a mio avviso occorrerebbe un dialogo tra persone perbene, ampio, aperto e leale, mettendo sul tavolo la valenza dell’iniziativa rispetto a proposte e progetti diversi per la città, da discutere insieme, interpellando tanti soveratesi che si mettono volentieri a disposizione, in uno spirito di assoluta collaborazione.
Arnaldo Armida