Barriere architettoniche sparse un po’ ovunque, pedane e rampe troppo ripide, parcheggi riservati ai disabili occupati abusivamente in barba al codice civile e al buonsenso, servizi igienici dei locali pubblici non a norma, marciapiedi striminziti, alberghi e bed and breakfast privi di camere adeguate a ospitare persone con mobilità ridotta e stabilimenti balneari sprovvisti di necessari percorsi mobili e di carrozzine da spiaggia. È il ricco elenco, in verità persino lacunoso, degli ostacoli con cui devono quotidianamente fare i conti le persone disabili che vivono o trascorrono un periodo di vacanza a Soverato. A stilarlo è Fabio Tirinato, un ragazzo soveratese affetto da disabilità motoria convinto che con adeguato piano di investimenti (da realizzare mediante un esborso di capitali relativamente modesto e attingendo a eventuali fondi ad hoc messi a disposizione dal governo) l’amministrazione comunale potrebbe finalmente rendere la città accessibile a tutti.
“Bisogna pensare ad una progettualità che coinvolga gli enti locali: la soluzione, infatti, può essere solo quella di mettere a punto un programma per intervenire radicalmente sulla questione, iniziando anzitutto con l’abbattimento di ogni singola barriera architettonica presente nelle vie principali della città”, suggerisce Tirinato. Una misura imprescindibile, da cui partire per affrontare in seguito l’amplissima gamma di impedimenti che rendono davvero difficile la vita di Fabio e di tutte le persone disabili come lui. “Ogni giorno devo scontrarmi con una serie di problemi difficilmente superabili – racconta Tirinato -, come ad esempio l’impossibilità di parcheggiare nei posti destinati agli invalidi perché molti vengono occupati illegittimamente. In particolare, il parcheggio di fronte all’ufficio postale è sempre occupato abusivamente. Inoltre Corso Umberto è impraticabile per me, dato che i marciapiedi sono del tutto inadeguati. Lungo Corso Umberto non vi è neanche una rampa, solo una mezza pedana. È ovvio che andrebbero installate le rampe di accesso lungo la strada più importante di Soverato. E del resto la maggior parte di pedane e rampe che incontro passeggiando per la città presentano un’eccessiva pendenza, che credo sia almeno del 12% mentre non dovrebbe superare l’8%”. La lista degli “orrori” non finisce certo qui, poiché Fabio rischia spesso di perdere la calma entrando in bagni sporchi e inaccessibili per lui (“addirittura alcune volte noto che i maniglioni sono montati male e dunque inutilizzabili”) e si è ormai rassegnato alla totale assenza di mezzi pubblici attrezzati per trasportare passeggeri disabili.
“Ovviamente ci sono i posti accessibili, ma rappresentano una minima parte. A ogni modo per me la questione è culturale: serve maggiore attenzione e collaborazione da parte di tutti – spiega Tirinato – per risolvere rapidamente il problema. Ad esempio, con una cifra decisamente abbordabile i lidi potrebbero acquistare le carrozzine da spiaggia Job, prodotte dall’azienda napoletana Neatech. L’acronimo sta per ‘Jamma o bagno” e si tratta di una carrozzina con ruote galleggiante, che costa attorno ai sette-ottocento euro e che oltre a transitare agevolmente sulla spiaggia permette di entrare in acqua”. Al riguardo, gli esempi virtuosi non mancano di certo: “La Spagna metterà a disposizioni numerosi kit di accessibilità per adeguare le spiagge – osserva Tirinato – e recentemente ho trascorso una bella vacanza nel villaggio Centro Ferie Salvatore a San Felice Circeo, nell’agro Pontino, sulla costa laziale, struttura completamente accessibile per i disabili: le rampe all’interno del villaggio sono comode, le stanze accessibili e i lidi collegati tra loro con pedane ovvero blocchi di cemento prefabbricati”.
Francesco Caponio
…caro Fabio, credo che dovrai cambiare tipografia, purtroppo tu in via Francesco Cilea non sei il benvenuto,
si parla di abbattere le barriere architettoniche per recintare con le catene e chiudere una strada pubblica.