Soverato: “Là si spaccia droga”. E il Comune chiude la strada…

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Vicolo I° Francesco Cilea: un piccolo spiazzale tra due palazzi “storici” a due passi dalla piazza principale della città, un’attività altrettanto storica di tipografia accanto a un secondo ufficio di servizi più recente. A quanto pare, secondo i condomini in quel luogo la notte si assiste a “piccolo spaccio di sostanze stupefacenti” e “schiamazzi continui” dovuti all’assembramento e stazionamento di decine di ragazzi. Insomma lì si spaccia droga e si turba l’ordine pubblico. Una denuncia fatta propria dal Comune, che a fine febbraio ha autorizzato la chiusura al transito di quel pezzo di suolo pubblico, con tanto di catena e lucchetto, come richiesto dal condominio. Esultano i condomini, che ora possono vivere sonni tranquilli. Un po’ meno il tipografo, che con l’accesso al suo negozio completamente interdetto alle auto ha notato un calo di attività, negli ultimi mesi, che sfiorerebbe il 50%. Ma non è solo una questione commerciale.

“Il Comune ha autorizzato un privato all’occupazione permanente e alla delimitazione stabile di un tratto di strada pubblica (senza corrispettivo), al fine di evitare, tra le altre cose, lo spaccio di sostanze stupefacenti. Ma di stupefacente qui c’è solo il provvedimento in oggetto, che nel delegare all’amministratore di un condominio l’attività di prevenzione generale del crimine, autorizza l’ablazione gratis et amore dei del demanio indisponibile dell’Ente”, spiega Giovanni Giannotti, l’esercente, per bocca del suo legale Fabrizio Costarella, che ha scritto all’ente un’istanza di revoca dell’autorizzazione a chiudere la strada. Un provvedimento ritenuto ingiusto e illegittimo dal legale e dal suo assistito. Tanto che il Comune, ricevuta l’istanza, a fine giugno ha emesso un provvedimento che prevede il riesame dell’autorizzazione, anche sulla scorta di una nota della polizia municipale.

E a quanto risulta secondo indiscrezioni, l’idea alla quale starebbero lavorando gli uffici comunali è una chiusura riservata al solo orario notturno. Un compromesso che basterà a salvare tutti gli interessi contrapposti? “Io chiedo solo rispetto della legalità”, commenta Giannotti. “In quest’area ci sono anche altri piccoli abusi, come manufatti sorti dall’oggi al domani che occludono la mia finestra – conclude l’esercente – ma che nonostante le mie denunce non sembrano interessare nessuno”. Giannotti fa infine notare le difficoltà di accesso all’area da parte di persone disabili.

Teresa Pittelli

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