Ci lascia Vanni Rinaldi, uno dei più grandi pittori contemporanei. Il tributo della sua Soverato.

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Le esequie nella Chiesa degli Artisti, in piazza del Popolo a Roma

E’ morto il 24 ottobre a Roma, dove viveva con la moglie Emanuela, Vanni Rinaldi, uno dei maggiori pittori vissuti a cavallo tra il ‘900 e il XXI secolo. Legato da un grande amore per Soverato (Cz), dove era nato nel 1937, Rinaldi si era formato a Roma e aveva iniziato negli anni ’60 la sua carriera artistica non solo di pittore, ma anche di incisore e disegnatore, esordendo nel 1968 alla VI Biennale d’Arte di Roma.

I funerali si sono tenuti martedì scorso nella Chiesa degli Artisti di Piazza del Popolo, a Roma, dove la famiglia, la moglie Emanuela, i figli Raffaella e Fabio, gli amatissimi nipoti Valeria e Vanni, insieme ai suoi cari amici ed estimatori, lo ha salutato con parole commosse non solo per l’artista, ma per l’uomo, per la gentilezza, la classe ed eleganza che ne facevano una figura indimenticabile per chi lo ha conosciuto e frequentato.

La sua opera, o meglio la sua poetica, è stata oggetto della critica più raffinata – basta ricordare gli scritti, tra gli altri, di Mario Luzi – che ne ha scorto un Maestro dall’irriducibile vena innovatrice, mimetica e poliedrica, pur attingendo il suo immaginario ai grandi paradigmi classici del mito, della letteratura, della poesia e delle più alte espressioni del cristianesimo. Il vasto pubblico gli ha tributato un consenso internazionale per alcune tra le opere più famose, dal ciclo dei cento dipinti della Divina Commedia alla Via Lucis (Santuario di Fatima, Portogallo), alla via Crucis (Chiesa di S. Nicola in Carcere, Roma). Ma le sue opere sono state esposte nelle più importanti gallerie pubbliche e private, in Italia e all’estero. Nel suo piccolo, anche Soverato gli ha tributato un omaggio nel 2018, con la mostra tenuta al S. Domenico hotel di tre “sintesi”, che erano già state esposte all’Archivio centrale di Stato a Roma e a Palazzo Serra di Cassano a Napoli, sede del Centro per gli studi filosofici. Sempre nel 2018 il Maestro è stato insignito dell’onorificenza di Gonfaloniere Commendatario dell’ordine civile mediceo da parte di Ottaviano de Medici di Toscana.

E nell’esprimere il più vivo cordoglio e tutto il mio affetto a Fabio (con Antonietta e il piccolo Vanni), che in chiesa ha letto un ultimo messaggio per un papà “amico, confidente, complice, un artista monumentale e un poeta che ha inciso sulle tele pagine indelebili”, esprimo l’auspicio che la città di Soverato sappia presto ricordarlo e onorarlo con una celebrazione che ne faccia conoscere il contributo alle arti figurative, anche ai più giovani.

Teresa Pittelli

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