Exallievi salesiani Soverato: “Don Bosco ritorna solo se ci impegniamo nella società”.

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ex allievi
Giovanni Costanza

Più presenza ovunque ci siano ragazzi da formare, negli oratori, sul territorio, nelle aule dei consigli comunali, altrimenti l’essenza della cooperazione salesiana rischia di rimanere confinata in stanze ristrette, parole di carta, buone intenzioni che non raggiungono però l’obiettivo. E qual è l’obiettivo degli ex allievi della scuola di Don Bosco, che domenica scorsa hanno celebrato all’istituto salesiano di Soverato (Cz) il loro convegno regionale? “Usare ancora il metodo di don Bosco per portare la gioventù all’impegno cristiano nella società, metodo che vale ancora così com’è, pur riattualizzato dalla comunicazione social”, è la riposta di Giovanni Costanza, presidente nazionale della Federazione italiana Exallievi ed Exallieve di Don Bosco.

“Don Bosco si occupava non dei singoli problemi, che oggi potrebbero essere tanti, dalla disoccupazione, al bullismo, alla crisi della famiglia, ma delle persone nella loro interezza. Occorre quindi trovare il modo di stare accanto alle persone nei luoghi pubblici: la formazione, il territorio, i consigli comunali – è il succo della relazione di Costanza ai covenuti a Soverato – perché solo l’impegno attivo fa la vera Unione”. Meno conferenze e più azione, insomma, secondo Costanza, per rinnovare il messaggio di gioia e speranza dell’educazione salesiana ricevuta. Un messaggio che sembra perfetto per una platea effettivamente non molto nutrita né molto giovane, come hanno ammesso gli interventi successivi, dallo storico ex allievo Ulderico Nisticò, già professore dell’istituto, che ha anunciato un progetto teatrale dal titolo Don Bosco ritorna?, allo stesso presidente dell’Unione soveratese Francesco Cuteri a ex allievi attivi nell’Unione come Giuseppe Condò.

La messa officiata da don Rino Carignano

Riflessioni accolte e approfondite, quindi, nei saluti del direttore dell’istituto don Matteo Di Fiore e del preside don Antonio Talotta, del delegato regionale don Rino Carignano che ha poi celebrato la santa messa nella Chiesa di S. Antonio da Padova, del direttore della Federazione ispettoriale Calabria Antonio Mellace, che ha organizzato l’incontro insieme all’Unione soveratese. “Occorre oggi più che mai la responsabilità di essere fiaccole nel buio, di incarnare con l’esempio la missione che don Bosco ci ha assegnato”, ha sottolineato Mellace. Stare nella società, quindi. Accanto ai ragazzi, alle famiglie, accanto ai bisognosi ma non solo per “assistere” – come ben fanno le associazioni caritatevoli del territorio, domenica rappresentate dalla comunità di Emmaus, sede di Satriano marina (Cz) – ma per elevarli dalla loro condizione di emarginazione. E allora buon lavoro alle exallieve e agli exallievi salesiani, immaginando per il prossimo incontro una sala gremita di generazioni a confronto, ragazzi, ragazze, uomini e donne, illuminati dal desiderio di operare insieme nel segno di don Bosco in questa società.

Teresa Pittelli

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