Nell’ordinanza appena firmata dal sindaco, Ernesto Alecci, si parla di “partecipazione attiva della collettività, appartenenza e identità” in riferimento alla pulizia delle aree pubbliche. Belle parole che però, tradotte, suonano anche come una tirata d’orecchi a una parte di cittadini, gestori di attività in aree pubbliche e commercianti che ancora non rispettano le regole. Il provvedimento premette infatti che “continuano a essere abbandonati su strade e marciapiedi carte e rifiuti di ogni genere, oltre a sacchetti contenenti rifiuti domestici fuori dall’orario di conferimento”. Soluzione proposta con l’ordinanza? Ribadito il divieto di abbandono di rifiuti di qualsiasi genere sul suolo pubblico, come già previsto dalla normativa in vigore, vengono chiarite e messe nere su bianco regole per esercenti commerciali, gestori di attività in spazi pubblici e proprietari di immobili.
“Chiunque eserciti attività in strutture collocate in aree pubbliche – anche temporaneamente – dovrà provvedere a tenere pulito e spazzato il suolo occupato e l’area circostante. Anche gli esercenti attività commerciali e artigianali, inoltre, dovranno provvedere alla rimozione giornaliera di immondizie, rifiuti e materiali in genere derivanti dalla propria attività, abbandonati nelle aree di pertinenza dell’attività stessa, in modo che all’orario di chiusura l’area in dotazione o comunque antistante l’attività risulti perfettamente pulita, qualora necessario provvedendo anche a collocare appositi contenitori porta-rifiuti.
Obblighi chiari anche per i proprietari di edifici, infine, che dovranno provvedere alla nettezza dei marciapiedi e portici di loro proprietà, compresi quelli prospicienti le strade e anche se destinati all’uso pubblico. Le sanzioni vanno dai 25 euro ai 500 euro. Un provvedimento già adottato da qualche Comune negli anni passati, tanto che questo di Soverato ne sembra la fotocopia (basta confrontare le identiche formule standard utilizzate da altri enti sin dal 2009). Resta da vedere se proprietari ed esercenti ne saranno sollevati o al contrario saranno contrari, vista anche la difficoltà di valutare il confine tra rifiuti abbandonati irregolarmente dagli stessi – e dunque da ripulire – e rifiuti abbandonati o prodotti da terzi (compresi animali o eventuali disservizi nella raccolta, ad esempio), a carico del pubblico servizio per il quale si paga il corrispettivo al Comune. Tutti dettagli, questi come altri relativi all’igiene pubblica, che potrebbero essere chiariti nell’ambito di un apposito regolamento comunale.