Capossela a Soverato, non grandi numeri ma grandissimo concerto (video).

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Vinicio Capossela in concerto alla Summer Arena

Una luna piena e ammiccante ha baciato la Summer Arena, non gremita ma entusiasta per un Vinicio Capossela grande trascinatore grazie ad un sound mediterraneo, “tarantellato”, ricco di contaminazioni messicane. Due ore piene che hanno regalato uno spettacolo canoro (e non solo) ben strutturato sia per la coreografia che per i contenuti.  Partendo dalla mietitura e dalla vita agricola e campestre l’uomo di Hannover ha coinvolto il pubblico in un meraviglioso viaggio  sulle ali delle rondini mixando momenti di gran virtuosismo musicale a improvvisazioni da balera o da musica per matrimonio meridionale.
E’ riuscito nell’ardua opera di staccare di netto dalle sedie, uno alla volta, tutti i partecipanti a un happening forse non pienamente compreso inizialmente ma che, nel suo procedere intenso e ammaliante, ha coinvolto completamente ciascuno  dei presenti.

Addirittura gli steward in prima battuta hanno rimproverato e richiamato all’ordine chi provava ad alzarsi in piedi e a ballare; poi trascinati dal sound irresistibile di Capossela uno, dieci, cento spettatori hanno travolto gli argini rendendo inutile lo spiegamento di muscoli & tatuaggi degli incaricati della sicurezza. Ballo sfrenato, braccia alzate verso il cielo sotto la direzione di un Maestro di cerimonie capace di dosare al meglio ogni momento di quello che probabilmente sarà ricordato come “Il Concerto” della Summer Arena. Come tutte le cose belle forse ciò che, probabilmente, non è stato particolarmente vantaggioso dal punto di vista strettamente economico (meno di un migliaio i biglietti venduti), per intensità e partecipazione corale ha invece rappresentato un vero e proprio evento per l’estate soveratese. Una chicca: in poltronissima gold anche il mitico Piero Pelù, venuto ad ascoltare l’amico Vinicio con il quale probabilmente poi andava a “farsi una bevuta”!

“Ti amo ma ti lascio a Soverato” con doppia dedica per la perla dello Ionio e il paese delle nanoscienze Gagliato, ha anche mostrato un Capossela attento alle particolarità del territorio, conoscitore di quella meravigliosa esperienza a metà strada tra il surreale e il mondo della scienza che si svolge annualmente nel piccolo paesino delle preserre catanzaresi. “Così com’ero restar non posso / quello che sono mi posso addosso”   ha poi cantato Vinicio ricordando come anche i suoi genitori dall’Irpinia hanno iniziato un viaggio doloroso e necessario alla ricerca di lavoro e stabilità economica. Il finale, caratterizzato da numerosi e richiestissimi, bis ha visto tante coppie abbracciarsi e baciarsi, segno che non è mancata la presenza di una vena di romanticismo nella melodia raffinata e ben eseguita che ha inondato l’arena. Una serata che ha permesso anche ai non esperti di apprezzare un cantante/menestrello in grado di raccontare, attraverso la musica,  tantissimo di sé e del mondo in cui si trova a vivere. Particolare l’effetto scenico e l’influenza musicale delle trombe che hanno graffiato l’aria con uno spirito messicano capace di galvanizzare la platea.

Dopo tredici anni di studio e a cinque anni di distanza dall’ultima produzione, “Le canzoni della Cupa”, colonna sonora del tour Polvere, possono essere considerate l’ennesimo bersaglio centrato da parte di un artista poliedrico, dotato di grande carisma, vero animale da palcoscenico. Potentissima l’intera orchestra, fondamentale, unita alla voce del solista, nel coinvolgere il pubblico abbattendo freni inibitori e paure nel lasciarsi andare.  Il sindaco di Soverato Ernesto Alecci, chiaramente soddisfatto, ha poi premiato Vinicio, ormai siamo entrati in sintonia e possiamo chiamarlo così, ma la vera medaglia è stata consegnata dal pubblico a se stesso, in quanto mai come in questo caso lo spettacolo principale è stato quello visto in platea. Una miscela esplosiva di poesia e sentimento, euforia e gioia di vivere. Serata memorabile, iniziata in sordina, ritenuta una sorta di cuscinetto tra l’algida Mannoia e la super famosa Nannini, ma che ha messo in mostra un artista completo capace di emozionare tutti, un uomo culturalmente non certo di secondo piano.

(Testo, foto e video a cura di Giorgio de Filippis)

 

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