Casadonte e Rossi nella nuova Giunta. Ecco la vera discontinuità.

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“Bisogna recuperare un pezzo di Calabria fatta di uomini, donne, ceti produttivi e forze sociali (…) e ansiosa di liberarsi dalle troppe ingiustizie, inefficienze e abusi alle quali abbiamo assistito in questi anni. E’ necessario e opportuno dare spazio alle idee di giovani capaci e con esperienza come Gianvito Casadonte e Daniele Rossi, che con le loro capacità e il loro entusiasmo riusciranno sicuramente a raggiungere importanti risultati. La partita della Calabria non è ancora chiusa, anzi deve cominciare adesso una nuova stagione”. Così scriveva giovedì 25 giugno, sei giorni che sembrano una vita fa, Francesco Saverio Macrina, presidente della Fondazione S. Tommaso Moro, poche ore prima che l’intera giunta calabrese crollasse giù come un’impalcatura troppo debole, sotto i colpi dell’inchiesta Erga Omnes sui rimborsi ai consiglieri regionali, già ribattezzata “Rimborsopoli”.

Parole che insieme a quelle dell’ex assessore regionale Sergio Scarpino, riprese poi da un editoriale del direttore di LaCNews Pasquale Motta – che abbiamo commentato anche noi qui – appaiono a questo punto profetiche, quasi inquietanti, tanto è deflagrante la richiesta di riscatto e novità da una parte della società civile e delle intelligenze della nostra Regione. Tanto più a fronte di uno scandalo che ha coinvolto l’intera giunta regionale, con un assessore agli arresti domiciliari e gli altri due indagati insieme a una trentina di ex consiglieri di palazzo Campanella. Nonostante tutto questo, però, da palazzo Alemanni non è ancora arrivata alcuna risposta a quelle istanze. Silenzio. Eppure Gianvito Casadonte, fondatore di uno dei Festival del cinema più apprezzati in Italia e all’estero, direttore del premio Fondazione Rotella consegnato con comprensibile emozione neanche un anno fa ad Al Pacino, commissario del Ministero dei beni culturali – direzione cinema, proprio l’ultimo non dovrebbe essere, tra i nomi ipotizzati per contribuire a una svolta culturale della Calabria. Stesso discorso per Daniele Rossi, presidente degli industriali di Catanzaro che sotto l’ashtag della sua associazione #lacalabriacherema porta avanti con grinta nuove idee per la rinascita calabrese, oltre che uno dei brand più storici e vincenti associati alla Calabria: la Guglielmo caffè.

Oliverio ha dichiarato già da giorni che sta procedendo a varare una nuova giunta “di alto profilo” e di “netta discontinuità col passato”; composta da forze che “non abbiano avuto in passato responsabilità politiche o di governo”. Quale migliore occasione, quindi, per prestare attenzione agli appelli a un rinnovamento reale, dirompente, autentico, e soprattutto efficace e non solo “accademico”? Sarebbe un’ottima occasione per dare ai cittadini le famose “risposte concrete” sbandierate molte volte in questi mesi, come ha già osservato Motta qualche giorno fa. Sarebbe una bella notizia per le generazioni rappresentate da Rossi e Casadonte, i giovani adulti tra i trenta e i quaranta anni che in Calabria hanno deciso di restare, che stanno lottando e sudando per trovare, senza scorciatoie e senza rimborsi, il proprio posto professionale ed esistenziale in una terra che si continua ad amare e servire. Nonostante la noncuranza dei “piani alti”.

Teresa Pittelli

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