Mgff, intervista alla straordinaria Milena Vukotic: “Da qui passa un cinema importante”.

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Milena Vukotic

“E’ particolarmente emozionante per me essere qui in un festival patrocinato da Ettore Scola. Il mio ricordo di lui è quello di un grande regista, estremamente mite di animo, dolcissimo e gentile”. Questo le parole di Milena Vukotic dedicate a Ettore Scola nell’incipit dell’ intervista che ci concede in esclusiva. La popolarissima attrice romana, nota al grande pubblico per storiche interpretazioni cinema e tv come “Pina”, la moglie di Fantozzi, o “nonna Enrica” di un medico in famiglia, ma grandissima interprete di film d’autore diretti da registi del calibro di Scola, Monicelli, Fellini, passando per Bertolucci, Tarkovskij e Zeffirelli, ieri sera ha ricevuto la colonna d’oro alla carriera sul palco del Magna Graecia Film Festival di Catanzaro.

Domanda. Riesce il cinema di oggi a emozionare ancora un’attrice straordinaria e poliedrica che ha lavorato con i più grandi del cinema e del teatro italiano e non?

Risposta. Certo, anche se è difficile rivivere i tempi del grande cinema italiano che a un certo punto è stato il centro del cinema mondiale, però io sono convinta che l’Italia è piena di gente che ha valore e fa del cinema molto importante. Questo festival di Catanzaro lo dimostra: giovani talenti e opere prime che si misurano con un pubblico caloroso ma attento servono a far crescere il buon cinema.

Questa sera al Mgff si proietta il film “La macchinazione”. Difficile calarsi nel ruolo della mamma di Pasolini?

Il nostro lavoro è sempre difficile. E’ stata una grande donna, lo sento molto questo ruolo perché anche io ho avuto una grande donna come madre, che è stata per me un grande amore come lo è stata per Pasolini la sua. L’ho fatto con grande piacere, sono grata a David Grieco che mi ha offerto questo ruolo.

La sua amicizia particolare con Fellini?

E’ stata una delle fortune della mia vita.  La mia professione all’epoca era la danza, e proprio vedendo il cinema di Fellini quando ero all’estero lavorando come ballerina è scattata in me la decisione di tentare una nuova strada, che mi trasmetteva forza e nuova emozione. Così sono tornata a Roma.

La vostra è stata un’amicizia che è andata al di là della professione. Lei è stata vicino a lui anche nei suoi ultimi mesi di vita?

Si, altroché, oltretutto avevo questo grande privilegio di vederlo ogni tanto. Si, sono stata lì proprio nel momento in cui se ne è andato. Era una domenica, io ero li perché abito vicino all’ospedale, eravamo pochissimi amici nel corridoio.

Dalla signora aristocratica a Pina Fantozzi, la prima cosa che mi è subito arrivata è stata la grande classe delle donne interpretate, pur con ruoli diversi. Una classe evidentemente innata…

Oh, mi fa piacere che lei lo dica, che lei lo pensi. Questo è bello, abbiamo la fortuna di fare un grande lavoro di assorbimento di emozioni e questa cosa è un arricchimento nella vita. Sono contenta di fare questo lavoro perché mi permette di attingere a tanti lidi. Mia nonna Gemma era una celebre pianista e anche mia madre era musicista, ed è una cosa che mi ha sempre sostenuta attraverso il culto della bellezza e dell’armonia.

Il suo grande amore è il teatro?

Il teatro lo amo molto, ma ci si innamora sempre di quello che si fa perché si entra in comunione con i compagni, con il testo, con l’autore. Adesso sto provando, infatti mi sarebbe piaciuto fermarmi qui in Calabria ma domani pomeriggio (oggi, ndr) ho le prove e poi dopo l’8 agosto finalmente andiamo in scena con Le sorelle materassi di Palazzeschi.

Saverio Fontana

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