Occhiuto propone rete comune tra Sindaci del Sud d’Italia per nuovo Rinascimento

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mario occhiuto
Foto: Quicosenza

La tragedia ferroviaria di Andria riapre con drammatica lucidità la questione meridionale e la solitudine e la marginalità dei Comuni dinanzi alle emergenze del Paese. Nella qualità di Presidente della Commissione Mezzogiorno e Coesione strutturale dell’ANCI, mi sento di lanciare un appello a tutti i Sindaci del Mezzogiorno: va aperta una nuova fase di elaborazione, condivisione e scambio di progettualità sulle nuove politiche del Sud.

I Sindaci del Mezzogiorno devono riproporre la questione del ritardo infrastrutturale come la vera emergenza del Paese intero. Non è più possibile affidare a binari unici e a strade della morte, come la SS 106, la sicurezza di milioni di cittadini e di turisti che ogni anno affollano le nostre località. Vanno benissimo le infrastrutture immateriali, assolutamente irrinunciabili banda larga e agende digitali. Ma qui ora esiste un’emergenza sicurezza che non riguarda solo i trasporti.

Ci sono tre grandi questioni da porre sul tappeto e devono farlo i Sindaci, direttamente e attraverso l’ANCI. Dissesto idrogeologico, trasporti e rischio sismico devono diventare l’agenda strutturale del Rinascimento del Sud e di tutti i governi nazionali che si alterneranno alla guida del Paese. Le emergenze appena poste non riguardano solo il Mezzogiorno, sono emergenze del Paese. Il disastro di Andria è soprattutto un disastro umano. Inconcepibile, inaccettabile. Ma è anche un disastro d’immagine e di sicurezza per il Paese intero, per il suo turismo, per le sue attività produttive, per il suo ranking internazionale.

E la risposta non può essere quella solita della riduzione dei trasferimenti pubblici agli enti locali. Un solo esempio: è già in atto, nel Paese ma nel Mezzogiorno in particolare, una grossa crescita del rischio sicurezza legato alla manutenzione delle strade provinciale e comunali. Tra riforme incomplete e tagli alla spesa siamo dinanzi all’ennesimo ricatto politico ai Comuni abbandonati alla gestione di emergenze storiche quali immigrazione, sicurezza, sanità, rischio idrogeologico, trasporti e rischio sismico.

Le città del Sud devono ritrovare le ragioni di un’intesa che è politica ma soprattutto strategica per lo sviluppo di lungo periodo dei nostri territori.  Vogliamo provare come Comuni e come ANCI a lanciare un nuovo Rinascimento del Sud? Ma devono farlo i Comuni, i territori, chi sta sui bisogni, chi conosce sogni e drammi di una questione meridionale che non è più banalizzabile, mi sia consentito, nel PIL pro capite.

Non è più possibile leggere la realtà con statistiche di comodo e con modelli econometrici che non misurano sicurezza, qualità della vita, prospettiva e percezione del futuro. Ora più che mai: riprendiamoci il nostro futuro. Il Paese riparte solo con un Sud rilanciato.

Magari attraverso una stagione di protagonismo istituzionale nuova, coraggiosa, innovativa e capace di incidere sulle lentezze e la burocrazia di un modello di Pubblica Amministrazione, né centrale e né periferica, ormai incapace di offrire risposte convincenti al Paese. E se questo segnale partisse dal Sud, dai Comuni e dall’ANCI?

Mario Occhiuto
Sindaco di Cosenza
Presidente Commissione Mezzogiorno e Coesione Strutturale ANCI

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