Una stella di prima grandezza, che ha fatto la storia della danza, ospite il 17 agosto nel balletto Sherazade e le mille e una notte, potrebbe essere la sorpresa in più di questa edizione 2015 di Armonie D’Arte Festival dedicata ai “Viaggi di Erodoto tra musica e muse”. Un’edizione che segna il salto definitivo, secondo la fondatrice e direttrice artistica Chiara Giordano, nel segno delle auto-produzioni e della proposta culturale, anziché della mera fruizione di arte. “In questo senso lo spettatore non è più un utente, ma un interlocutore”, spiega la musicista e manager culturale all’Esuberante.it
D. Chiara Giordano, qual è il segno distintivo di Armonie d’Arte rispetto alle altre rassegne estive?
R. Beh ci tengo a dire innanzitutto che Armonie non è una rassegna, nel senso che non è una vetrina che mostra una sequenza di opere, ma una strenua ricerca culturale per creare e stimolare idee, proporre narrazioni musicali e teatrali a partire dalla mediterraneità. Questa la nostra identità e la coerenza interna che ispira tutto il cartellone di quest’anno, che porterà al parco Scolacium di Borgia grandi eventi come Bobby McFerrin e José Carreras (rispettivamente il 19 e il 25 luglio, ndr) accanto a progetti speciali e a un’intera settimana di nostre produzioni originali.
D. Puoi descriverle meglio?
R. La sezione “Creatività contemporanea young&others” debutterà venerdì 31 luglio con Mariangela D’Abbraccio ne La terra degli ulivi parlanti, per la regia di Sebastiano Romano ed Edoardo Siravo. Mercoledì 5 agosto Siravo reciterà ne Le Supplici mentre sabato 8 assisterete a Insignifidanza con Vanessa Gravina, atto unico di danza e parola di Maria Luigia Gioffrè. Sono tutte prime assolute. Nella sezione “Progetti speciali” rappresenteremo invece il balletto Sherazade come omaggio alla città siriana di Palmira; celebreremo Dante a 750 anni dalla nascita con Più dura che petra recitata da David Riondino; anche l’autunno sarà ricco di suggestioni con le giornate della Scultura e dell’Emigrazione e lo Scolacium open day.
D. Perché quest’anno il festival si ispira ai viaggi di Erodoto?
R. Anche questo approdo è il frutto di una lunghissima ricerca per esprimere in modo potente e simbolico, dal punto di vista del pathos narrativo della cultura greca, la curiosità di conoscere e raccontare umanità diverse. Un viaggio iniziatico da fare insieme alla ricerca di spazi di senso e di riflessione da opporre alla crisi di valori e di significato che ha invaso le nostre vite.
D. Fare cultura oggi in Italia e in Calabria è un’impresa folle o una sfida divertente?
R. L’una e l’altra: le difficoltà ci sono ma l’attesa e la risposta del pubblico calabrese ripaga di ogni sforzo. Quest’anno per invitare tutti a sostenerci abbiamo intitolato la nostra campagna di ticketing “Se compri un biglietto per la Cultura , compri un biglietto per il Futuro”. Chiedo quindi a tutti di partecipare, con questa forte motivazione, a questa quindicesima edizione del festival.
Teresa Pittelli