Soverato, ecco l’exComac rinnovata e offerta al pubblico.

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La scena è glamour ed emozionante anche se spoglia: i pilastri dell’ex Quarzo-Comac a ospitare luci, suoni, persone che si guardano intorno e scattano, bambini che giocano in un insieme urbano e post-moderno da spazio ex industriale recuperato. I protagonisti del progetto arrivano verso le 20, all’imbrunire, e prendono posto su un palchetto davanti alla stampa. “Ora Soverato torna centro culturale nazionale sulle copertine dei grandi giornali che ieri, dal Corriere a Sky Arte, hanno parlato dell’ex fabbrica abbandonata ora trasformata in polo artistico”, ha esordito Ernesto Alecci, sindaco di Soverato. “Negli ultimi anni eravamo sempre noi ad ammirare e magari un po’ invidiare le grandi città del centronord per le mostre e le esposizioni di cui leggevamo sui media nazionali – ha continuato Alecci – oggi possiamo finalmente essere noi quelli invidiati”.

Il primo cittadino ha ricostruito l’iter dell’operazione, con la disponibilità del curatore giudiziario dell’immobile, Francesco Muraca, a darlo in concessione gratuita temporanea al Comune e la sua uscita pubblica di marzo scorso sull’intenzione di farne un polo culturale. “Poco tempo dopo si sono presentate in Comune Federica, Francesca e Debora, tre pazze scatenate che mi hanno esposto la loro splendida idea”, ha riferito il sindaco, ricordando che “per quanto entusiasmante  il progetto è stato prima sottoposto alla condicio sine qua non di una gara pubblica”.

Comac 3Alecci è tornato a togliersi il “rospo” – come l’ha chiamato – delle critiche all’operazione ricevute in queste settimane, tanto sul versante delle procedure seguite che su quello dei lavori eseguiti sull’immobile. “E’ finita l’epoca dei soldi da distribuire per eventi o ai professionisti, ora l’uva è troppo alta e chi non ci arriva critica”, ha ribadito il sindaco, seduto accanto a Federica Caglioti, trentenne visual artist, pubblicitaria e presidente dell’associazione Superbo che gestirà l’organizzazione degli eventi “exComac” fino a settembre. “La nostra idea è di fare a Soverato una “Berlino più bella”, visto che dalle porte dell’exComac si vede il mare, ha osato Caglioti, indicando nel paragone impossibile un’atmosfera di fermento artistico e architettonico che in qualche modo si vuole richiamare qui in riva allo ionio.

“Non abbiamo budget se non i nostri conti correnti – ha dichiarato Caglioti – ma l’idea, ormai invalsa nei progetti culturali e a sfondo sociale, è di non chiedere soldi a sponsor ma chiedere a ognuno quello che può dare: qualcuno ci ha offerto le pedane, un soveratese emigrato in Svizzera ci ha chiamate per offrirci 200 euro di stampe pubblicitarie, chiunque può realizzare qui le proprie idee e i propri eventi”. Un finanziamento basato dunque sull’idea del contributo comunitario “perché questo contenitore culturale è della città”, ha ribadito Caglioti, rimpatriata da Roma con l’idea di mettere a disposizione della sua terra le sue capacità e competenze. La stessa idea che secondo Marco Polimeni, consigliere provinciale e comunale di Catanzaro, entrato in scena all’improvviso come sostenitore del progetto e ammiratore di lungo corso del lavoro di Caglioti, può dare respiro in futuro al progetto, per farlo diventare permanente “magari trovando i fondi europei o finanziamenti per acquistare l’immobile (che è proprietà privata in concessione al Comune, ndr).

Polimeni ha salutato “gli amici” Emanuele Amoruso, Daniele Vacca e Pietro Matacera in platea per aver creduto come lui sin dall’inizio nell’idea, per poi tornare all’aspetto culturale lasciando ai visitatori la vista dell’immobile al crepuscolo, con l’installazione luminosa che dovrebbe essere visibile anche dal lungomare. In serata, ripassando dopo la mezzanotte dall’exComac, atmosfera disco house-tech-lounge con tanti venti-trentenni ad affollare lo spazio, bar con drink da acquistare versando il corrispettivo in euro di altrettanti “crediti” rilasciati dalla ragazza al banchetto (si parte dai due crediti di una bottiglietta d’acqua, cinque la birra eccetera), che chiede anche un euro di tessera obbligatoria a sostegno degli eventi. “Gli eventi saranno tantissimi, concerti, dj set, street food, laboratorio per costruire da soli una bicicletta”, ha elencato Caglioti attorniata da curiosi sia residenti che arrivati da Catanzaro o qui per turismo. Qualcuno ha proposto anche un cinema all’aperto, con proiettore sulle bianche mura della struttura. Il progetto si rivelerà valido? Lo si vedrà presto. Intanto la riapertura dell’ex Quarzo-Comac è una (bella) realtà, al di là degli aspetti ancora critici e in discussione sui lavori effettuati e l’operazione messa in atto dal punto di vista politico-amministrativo, sui quali ci si augura continui un dibattito costruttivo.

Teresa Pittelli  

1 COMMENT

  1. ExComac ripulita a spese del Comune, quindi dei cittadini, ma anche a loro vantaggio. Purtroppo, chi ha ottenuto in gestione questa struttura, senza tetto e non insonorizzata, aziona il cd-player per far musica ad altissimo volume, bassi compresi, senza considerare che il rumore prodotto disturba notevolmente tutto il vicinato. A nulla son valsi gli inviti a moderare il volume: ultimo esempio sabato sera 27.08.2016: altoparlanti ad alto volume e bassi al massimo dalle 20,30 all’1,40 di notte. Ciò costringe chi abita vicino o di fronte a chiudersi in casa (è estate!), ma è comunque impossibile proteggersi da un rumore così forte e duraturo, che rientra quindi nella violenza fisica e che impedisce l’esercizio di uno dei più basilari diritti umani che è il sonno. Impedire a qualcuno di dormire significa esercitare una tortura. Fra i vicini ci sono bambini, anziani, malati e gente che lavora (con turni anche la domenica). Se una di queste persone avesse fatto sabato il 10% del rumore suddetto si sarebbe ritrovato con una bella denuncia per schiamazzi notturni e disturbo della quiete pubblica. E allora, come la mettiamo?

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