Una Calabria differente dall’immaginario collettivo zeppo di stereotipi e falsità, se a raccontarla nel suo vero cuore di geniale intraprendenza e sapere antico sono le donne. In particolare le donne presenti ieri sera a Soverato, nel salone don Bosco dell’oratorio salesiano, alla presentazione del libro Quando le donne raccontano la Calabria. Un racconto collettivo di intelligenze, arti e antichi mestieri sapientemente salvati dall’oblìo e oggi riscoperti da schiere di fan grazie al web, messo insieme con illuminata determinazione dalla Fidapa Bpw Italy, sezione di Soverato, che è editrice del libro. A fare gli onori di casa la presidente, Fulvia Gioffrè, che ha presentato ciascuna delle donne -testimonial, invitando Ernesto Alecci, sindaco di Soverato, a precedere il racconto con un suo saluto.
“Devo iniziare con un rimprovero: le donne dovrebbero proporsi di più nei ruoli attivi della vita pubblica e della politica, visto che quando lo fanno riescono generalmente molto bene”, ha esclamato il trentottenne sindaco spiazzando l’affollata platea. “Non vedo però ancora molta voglia di farlo, anche nella mia esperienza recente di formazione della lista elettorale: spero che questo libro contribuisca a un risveglio e lo regalerò a tutte le dipendenti comunali”, ha assicurato Alecci. A entrare nel merito dell’opera è stata invece Francesca Caporale, antropologa, la prima figura di donne calabresi prese in esame dal libro. Caporale ha enfatizzato il ruolo di un modello diverso di donna, che produce, inventa, crea bellezza e sviluppo “nel rompere lo schema ghettizzante e negativo che l’immaginario collettivo nazionale ci ha affibbiato e dentro al quale ci vediamo anche noi”. Ed eccole le altre donne che travolgono narrazioni funeste e pregiudizi: la cantastorie Francesca Prestia, anzi “a’ cantastorij”, come ama definirsi lei, unica donna a tenere in vita una tradizione musicale antichissima e popolare, che si è esibita in una delle sue ballate composte recuperando paesino per paesino i racconti degli anziani.
E poi Francesca Ciliberti, gloria soveratese della scultura ceramica che con i suoi pezzi unici tra tradizione e innovazione, realizzati nella sua bottega nel cuore di Soverato vecchia, si è fatta conoscere anche a livello nazionale, da ultimo premiando i vincitori del Mgff. Lea Urzino, orafa che nella cittadina jonica ha il suo laboratorio, dove insieme alla sorella Katya utilizza le tecniche a cera persa già utilizzate dagli antichi etruschi, e poi dai greci e dai romani, per le sue inimitabili creazioni. Daniela Mancini: abruzzese che si è innamorata della Calabria sposando un amaronese, Carlo Bova, appartenente a una famiglia di apicultori da generazioni. Una passione che l’ha contagiata al punto da portare l’azienda a essere punto di riferimento in Calabria per la produzione del miele, oltre che fattoria didattica per le scuole. La descrizione resa da Mancini del volo nuziale dell’ape regina – che seleziona solo i fuchi forti ed energici con i quali si accoppierà per perpetuare la specie – ha divertito la platea soveratese, in buona parte femminile. Chiara Giordano, fondatrice e direttrice di Armonie d’Arte Festival che nel suggestivo sito archeologico del parco Scolacium ospita ogni anno i nomi più eccellenti della musica classica e contemporanea a livello mondiale.
Lucia Marascio, nata a Isca, ha raccontato la scoperta di suo padre – da lei portata avanti in quanto medico dietista – del muscolo di grano, l’unico alimento vegetariano al mondo ad avere un valore proteico completo simile alla carne. Ancora, Caterina Salerno, produttrice di vini da uve biologiche a Riace, nel cuore della Magna Graecia, dove ha fondato l’azienda agricola Casa Ponziana, che porta nel nome tanta storia familiare e regionale unite insieme nel sacrificio e nella passione per questa terra; Rosalba De Bonis, che a Bisignano (Cs) continua la tradizione dei liutai, l’imprenditrice dei tessuti Luigia Pisapia, l’industriale della sedia di Serrastretta, Donatella Fazio, la creatrice dei “vancali” Mirella Leone, gli scialli calabresi che sono di gran moda in questa stagione, Giuseppina Mengano, imprenditrice della liquirizia. Infine Amalia Bruni, neurologa che con i suoi studi e il suo lavoro sull’Alzhaimer da lustro in tutto il mondo alla Calabria, dove, a Lamezia, ha realizzato il centro regionale di neurogenetica inaugurato da Rita Levi Montalcini. La Bruni ha dato alla platea soveratese anche alcuni consigli per prevenire le demenze senili che stanno avendo purtroppo un exploit proprio su questo territorio: camminare molto, coltivare le passioni, tenere in allenamento il cervello. Una carrellata degna essere “chiusa” con le parole della Montalcini scelte come incipit del libro: “Le donne che hanno cambiato il mondo non hanno mai avuto bisogno di mostrare nulla, se non la loro intelligenza”.
Teresa Pittelli