Un atto di pignoramento assai consistente, relativo al “famoso” debito verso i fratelli Raspa che risultano danneggiati dall’alluvione del 2004, debito pari a circa 416 mila euro, è stato notificato nei giorni scorsi al Comune, insieme ad altri cinque atti di pignoramento relativi ad altri debiti comunali. Il pignoramento “Raspa” presso la tesoreria ammonta, come consentito dal codice, a circa 620 mila euro, ovvero la somma dovuta più il 50%, stabilita dalla legge come ulteriore cautela per il creditore. Cifre non irrisorie per un Comune come quello di Soverato, che si trova in pre-dissesto. La giunta guidata dal sindaco Ernesto Alecci è corsa ai ripari conferendo incarichi legali per opporsi agli atti, nel primo caso a Domenico Calabretta per un importo di 2.500 euro e nel secondo caso a Valentina De Pasquale per un importo di 2.850 (100% della tariffa per il primo incarico e 30% per quelli successivi trattandosi di cinque atti di pignoramento).
Come si apprende dal legale dei fratelli Raspa, Vincenzo Caridi, il pignoramento depositato presso la tesoreria comunale in questo caso risulta “negativo”, nel senso che non vi si può procedere, anche perché il Comune con una delibera dello scorso gennaio ha vincolato una somma pari a circa 5 milioni di euro alle spese inderogabili (forniture di luce, acqua e gas, emolumenti del personale eccetera). Avendo il Comune un attivo nettamente inferiore a quella cifra, dunque, non c’è capienza per il pignoramento, che non si può eseguire. In ogni caso le procedure di esecuzione mobiliare, come si osserva nelle delibere di giunta che conferiscono gli incarichi, restano sospese fino al termine della valutazione del piano di riequilibrio proposto dall’ente. Circostanze queste che porteranno il creditore a non iscrivere la causa a ruolo, anche se ovviamente in un secondo momento potrà arrivare un nuovo precetto con i relativi interessi che nel frattempo decorrono (le somme presso la tesoreria risulterebbero comunque vincolate fino al 30 giugno).
Grattacapi, questi, che fanno parte della matassa di debiti non facile da sbrogliare (qui la situazione dei debiti comunali), dal momento che alcuni non sono riconosciuti, come gli otto milioni di euro pretesi dalla Regione per il servizio idrico 1981-2004, per altri non risulta essere stata ancora indicata una totale copertura, come appunto il debito Raspa, alle soglie dell’approvazione del bilancio preventivo, il cui termine è scaduto già il 30 aprile e rispetto alla quale si attende la convocazione del consiglio comunale.
Teresa Pittelli