Tasse e bene comune: appello ai cittadini di Concetta Stanizzi, sindaco di Stalettì.

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Caminia di Stalettì
Caminia di Stalettì

* Quando decisi di candidarmi a sindaco di Stalettì, avevo una sola certezza: la politica è servizio, non potere, non carriera, non guadagno, ma soltanto servizio nell’interesse dei cittadini. Forse perché condizionata dalla mia formazione, la lezione di Aristotele, pur proiettata ai tempi attuali, mi ha orientata a considerare che l’agire politico va esercitato, entro il rispetto delle norme in vigore, nel vantaggio coincidente di chi governa e di chi è governato e la sua funzione principale consiste nell’attività di aggregare, tutelare, risolvere conflitti e problemi, scegliere il meglio per garantire ordine e giustizia. Tante le mete, a breve e a lunga gittata che mi sono proposta, secondo i tempi e le circostanze, regolando i miei interventi conformemente alle esigenze, per realizzare pienamente l’obiettivo finale, risultato diretto all’organizzazione di una buona politica.

Aristotele affermava che il fine della politica non è il vivere, ma il vivere bene… il bene, ne sono convinta, è che ciascuno per la sua parte faccia ciò che gli spetta nel contesto in cui vive e opera, secondo l’etica della responsabilità, dell’appartenenza, della lealtà. Pagare le tasse, nel nostro ordinamento tributario, rientra per l’appunto nei doveri di ogni buon cittadino perché le tasse sono tributi applicati secondo il principio della controprestazione e vanno intese non come prelievi coattivi e arbitrari, ma come corresponsione necessaria. Se l’Ente fornisce un servizio istituzionale alla collettività, e ogni singolo ne trae utilità, è indubbio che ogni individuo di quella comunità, per un disciplinato andamento delle procedure, debba contribuire con un corrispettivo adeguato alla fornitura e alla permanenza di ogni prestazione.

In altre parole, ricorrendo a un concreto esempio, l’erogazione o il pagamento di TARI, TASI e IMU è dovuto. L’acqua non è gratuita, ma è un servizio che si deve pagare perché altrimenti l’Ente erogatore che non è il Comune, bensì la Sorical, sospende la fornitura, alias “chiude i rubinetti”: un detrimento per tutti. E quanto detto vale per ogni beneficio concesso e ricevuto. Il compito di far osservare norme e disposizioni, nonché di accertare violazioni, è affidato all’Amministrazione Comunale, che ha una sola facoltà, di cui si avvarrà, una volta distinte le varie situazioni, le eventuali eccezioni per motivi giustificati, ovvero la rateizzazione del dovuto per rendere più agevole l’esborso delle tasse, soppesando tra l’altro la difficile crisi economica che ci sta serrando e l’arretrato che pesa sul dorso di alcuni contribuenti, emerso dalla verifica delle risultanze.

Se precedenti Amministrazioni hanno consentito debiti e somme da riscuotere procrastinando la scadenza, per il noto criterio che prima o poi i nodi vengono al pettine, e chi viene dopo se la sbroglia, i nodi in questo momento sono miei e mi trovo obbligata a esigere residui in sospeso, datati e più recenti, al fine di regolarizzare la posizione di ogni singolo contribuente. Ieri e l’altro ieri le casse del Comune erano ben panciute e da qui la “generosità” della proroga, della dilazione. Ora, dopo la drastica cura dimagrante imposta dal governo centrale, i forzieri sono pressoché vuoti anche per i mancati incassi e occorre riassestarli con entrate certe e recuperi riscuotibili, in modo da conferire alla finanza comunale una buona stabilità, un miglior riequilibrio, senza far gravare più di tanto, però, il costo dei servizi erogati, ma senza tollerare oltre l’evasione tributaria, al fine di impedire il dissesto e il commissariamento che incepperebbe ancora di più il meccanismo della riscossione elevando le tasse.

È chiaro che lo scopo dell’Amministrazione sarà quello di conseguire la riduzione delle tariffe comunali nei confronti dei ceti più deboli e costruire indicatori di raffronto tra anni diversi migliorando il sistema di rielaborazione dei dati finanziari. Naturalmente, è compito di questa amministrazione curare l’incasso dei crediti e procedere al recupero dell’evasione per evitare la precarietà che potrebbe compromettere l’efficacia della gestione finanziaria dell’ente, perché tanto maggiore è il livello di evasione, tanto minore è la possibilità per gli amministratori di impostare una valida politica di allocazione delle risorse, nonché un improrogabile appianamento dei debiti ereditati. Resta, ovviamente, molto da fare perché permangono condizioni di deficitarietà, ma il cammino intrapreso, sebbene a volte impopolare, fa ben sperare per il futuro finanziario del nostro Comune che merita una buona politica e che, spero, stia a cuore a tutti gli Stalettesi, ai quali chiedo, in questo momento di instabilità, comprensione, condivisione e impegno.

* Lettera aperta i cittadini di Concetta Stanizzi, sindaco di Stalettì

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