Il presidente dell’Associazione Universo Minori, la dottoressa Rita Tulelli, ha deciso di scendere in Trincea affianco al Centro Studi Lazzati candidandosi con la Lista “W Scalea” fortemente voluta dal presidente onorario aggiunto della suprema Corte di Cassazione e dal candidato a sindaco Avv. Monica De Carlo.
Scalea, ha avuto l’amministrazione sciolta per mafia, con numerosi arresti di amministrazione per malaffare e collusioni con organizzazioni criminali. La Dott.ssa Tulelli non si è fatta pregare ed ha subito dato la sua disponibilità, offrendo sostegno e partecipazione passando dalla parola ai fatti. Ecco le dichiarazioni di Rita Tulelli nell’annunciare la sua candidatura: “Una riflessione minima sulle implicazioni del binomio legalità e giustizia vada fatta, in particolare sul primo dei due termini legalità è infatti diventato una sorte di termine passapartout con un flebile legame con il principio di legalità, che ha più precise implicazioni tecnico-giuridiche. E’ diventato piuttosto un termine del linguaggio comune frequentemente utilizzato in politica come sinonimo di rispetto della legge o rispetto delle regole. In questa prospettiva, è forse prudente a fare alcune specificazioni e distinzioni. Secondo una massima francese ispirata a una riflessione di Lacordaire tra il forte e il debole è la libertà che opprime, la legge che libera.
In una simile idea di legalità credo tutti noi ci ritroviamo, e di sicuro i molti che hanno lavorato contro il crimine organizzato. Il diritto, e gli apparati che ne devono garantire l’effettività, come tutela contro la sopraffazione e difesa dei presupposti minimi della convivenza civile, a prescindere dalle visioni politiche. La legge come scudo della vita, dell’integrità fisica, della possibilità di migliorare la propria condizione attraversa il lavoro. Cose da stato minimo ottocentesco, che però sappiamo essere tutt’altro che scontate nelle parti del nostro Paese controllate dalle varie mafie. Qui il percorso è irto di ostacoli, ma relativamente lineare il primato della legge rispetto alla violenza. Un’analoga facilità di raccogliersi idealmente rispetto a un’idea comune di legalità la troviamo in ambiti che sono già parte di uno stadio successivo nell’evoluzione degli ordinamenti statali dell’Occidente, ossia le grandi battaglie contro le discriminazioni, dapprima di genere, di razza, di lingua, e poi di orientamento sessuale, disabilità è altro ancora.
La fortuna di avere in Italia una legislazione antidiscriminatoria avanzata, che si appoggia a una costituzione altrettanto chiara in punto di eguaglianza, permette di guardare con fiducia a ogni richiamo in quest’ambito a una legalità intesa come primato della legge. La ndrangheta è una organizzazione criminale molto potente ma lo Stato deve essere più forte ed è per tale motivo che deve adottare degli strumenti di controllo e contrasto efficaci ed efficienti. Uno di questi è rappresentato dalla Legge Lazzati che però fu licenziata dal Parlamento dopo moltissimi anni dalla sua presentazione a causa di criticità ed ostacoli normativi che di fatto ne hanno impedito la sua applicazione. La legge introduce il divieto di attività di propaganda elettorale per i sorvegliati speciali, in particolare per le persone indiziate di appartenenza alla criminalità organizzata. Queste oggi non possono votare ma possono raccogliere il voto degli altri attraverso la propaganda il che è paradossale e consente l’inquinamento delle istituzioni elettive e inoltre l’acquisizione della prova della violazione della legge diventerebbe più agevole ed immediata”.