“Tutto per bene”, dal 30 aprile al Teatro del Grillo Soverato

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1981
tutto per bene teatro del grillo

Pirandello scrisse Tutto per bene in pochi giorni tra la fine del 1919 e l’inizio del 1920, traendola dall’omonima novella scritta tredici anni prima, nel 1906. Sicuramente non è fra le opere più rappresentate del grande Autore agrigentino e anche la storia che vi si rappresenta non è conosciutissima. Fu rappresentata per la prima volta al Teatro Quirino di Roma il 2 marzo 1920 con la Compagnia di Ruggero Ruggeri e fin dal debutto le lodi furono unanimi (il terzo atto fu giudicato da Silvio D’Amico “uno dei più belli di tutto il nostro teatro”).

TUTTO PER BENE di Luigi Pirandello, con Compagnia del Grillo. Regia di Claudio Rombolà

30 aprile 2016 – ore 20.45  

1 – 6 – 7 maggio 2016 – ore 20.45

8 maggio 2016 – ore 17.30 

locandina webNote di regia: La prima lettura di Tutto per bene risale a qualche decennio fa e ne restai subito affascinato. È pretenzioso dire qualcosa di nuovo su questa commedia, tra le più struggenti ed enigmatiche di Pirandello, tanto ne è stato scritto da Autori qualificatissimi nei quasi cento anni dalla sua prima rappresentazione. Ogni lettura successiva, fatta anche a diversi anni dalla prima, mi schiudeva nuove strade, mi poneva ulteriori domande, mi svelava pieghe nascoste in un panneggio che da marmoreo e fisso si faceva morbido e cangiante, come cangianti erano e sono i personaggi della commedia. Ogni volta nella lettura, e tanto più nel tentativo di metterla in scena, scoprivo “pirandellianamente” i doppi, i rovesci, i contrari delle realtà rappresentate.

Anche qui, come la signora Ponza di Così è (se vi pare) “Io sono colei che mi si crede”, Martino Lori è quello che gli altri lo hanno creduto per tanti anni. Cambia il punto di vista: non più quello della gente, dei tanti, della massa, ma del protagonista, solo e indifeso… e bello. Si, bello! come la bellezza di questo testo.

Ma ha senso oggi raccontare questa storia? Poteva Martino Lori non sapere? È credibile che non sapesse? E, soprattutto, che non ne traesse alcun vantaggio? Oggi no. La diffidenza, la furbizia, il non “passar per fessi”, la totale mancanza di genuinità di oggi non lo consentirebbero più. Questo è, invece, ciò che mi ha affascinato di Lori, il suo credere nell’onestà, nell’amicizia, nella fedeltà, senza dover passare per imbecille: “Ma io ho potuto essere un imbecille, finché ho creduto a cose sante e pure: all’onestà! all’amicizia! Ora no, più!”. Mi piace riscoprire questa purezza (oggi così inconcepibile da rendere datata la commedia) che, al contrario, mi incanta nell’idea che tale sentimento possa avere un senso anche nel presente che viviamo.

Il crollo delle illusioni è sempre doloroso e senza rimedi: “perché non posso più far credere a nessuno, io, che non sapevo, capisci? Se lo dico, faccio ridere!” La salvezza viene dall’amore autentico di Palma, che rende la vita degna di essere ancora vissuta al di là delle falsità, dell’ipocrisia e dell’interesse, verso una conclusione “Tutto per bene”, non nel senso di “tutto è bene quel che finisce bene” ma “Pulitamente, come usa tra gente per bene”. E dunque, “La… la commedia, allora?”

*IL BIGLIETTO RIDOTTO, RISERVATO AGLI UNDER 25, E’ ACQUISTABILE SOLO PRESSO LA BIGLIETTERIA DEL TEATRO O IL PUNTO PREVENDITA

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