Randagi, orrore a Serra S.Bruno: Lega del Cane chiede giustizia.

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Randagi
foto: ilvizzarro.it

Randagi a Serra: la storia. Orrore e vergogna! Queste sono le parole utilizzate più volte negli ultimi due giorni per descrivere quanto accaduto a Serra San Bruno (Vv) a quattro cani randagi “restituiti” al Comune dai titolari del canile convenzionato (uno dei quali purtroppo morto soffocato probabilmente dalla catena con cui era stato legato). La storia è stata seguita e resa nota dalla testata Il Vizzarro, che ha raccontato del contenzioso tra il Comune di Serra San Bruno e la società “Calabria Ecologica Sas”, azienda che gestisce il canile di San Gregorio d’Ippona dove sono ospitati e ricoverati molti cani. Un mancato accordo sui pagamenti e il rinnovo del contratto sarebbero, a quanto risulta, le ragioni che hanno portato il titolare Gregorio Coscarella a caricare su un furgoncino 4 dei 5 cani accalappiati duranti gli anni nel Comune di Serra, con l’idea di restituirli al sindaco che rappresenta l’autorità responsabile in materia.

Randagi a Serra: la morte per soffocamento. Il primo cittadino Bruno Rosi non era in sede, ma avrebbe chiesto attraverso la segreteria di lasciare i cani in località S. Maria del Bosco, nei pressi di un Convento, ma senza liberarli. Gli operatori hanno quindi provveduto a legare i quattro randagi ad alcune delle casette affittate ai commercianti per il periodo estivo. Drammatico l’esito della vicenda, con la morte di uno dei cagnetti forse proprio nel tentativo di liberarsi dalla catena. A quel punto sul posto è arrivato il sindaco, insieme a carabinieri e polizia, per cercare di ricostruire le dinamiche del caso.

Le associazioni protestano. “Una cagnetta è morta e la colpa è di tutti i presenti che oggi non hanno impedito il tutto altri 3 chissà dove si trovano e magari presto piangeremo anche loro. Per quanto mi riguarda io con la mia associazione non intendiamo minimamente essere complice di questo assurdo e riprovevole scempio”, spiega Serena Voci, presidente Lega del Cane sezione di Soverato. “Provvederemo a sporgere denuncia contro tutti e contro un sistema – conclude Voci – che ormai ha davvero toccato il fondo”.

Victoria Asturi

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