Nel ribadire che l’opera dei volontari dell’Osservatorio Ambientale è tesa alla segnalazione di criticità ambientali senza altro obiettivo che la salute dei cittadini e che ogni altra logica gli è estranea, si evidenzia che la segnalazione del ristagno maleodorante inoltrata agli enti preposti, non ha mai parlato di scarico fognario, quindi biologico. Infatti, così come riportato sul certificato delle analisi, commissionate presso un laboratorio chimico di comprovata esperienza (che si allegano), quella segnalata, era verosimilmente una contaminazione di tipo “chimico”, confutata dall’apparente incompatibilità di un tenore di ferro così elevato (14) al pH di 8,2 presumibilmente dovuta ad una forma chelata di ferro ionico.
Si invitano i cittadini ed il loro Sindaco alla consultazione della ricca documentazione antologica che tratta dei chelati di ferro. A nulla, quindi, sarebbe valsa la consulenza dei biologi incaricati dal Comune per un perizia che esula totalmente dalle loro competenze scientifiche.
Vista la nota stampa del Sindaco Leto, riportata dai quotidiani il 21 febbraio u.s., in cui è riferito che l’ArpaCal sarebbe stata incaricata dal Comune di Santa Caterina ad effettuare un sopralluogo con prelievo, rileviamo che stranamente l’albo pretorio on line del Comune di Santa Caterina dello Ionio non riporta alcun atto d’incarico demandato all’ArpaCal ad effettuare le analisi, così come non risulta alcun conferimento per la perizia dei biologi di fiducia del Comune, ne tantomeno sul sito istituzionale dell’Ente vi è traccia alcuna dei referti delle analisi effettuate dall’ArpaCal. Le affermazioni pubbliche devono essere supportate da atti, altrimenti sono gratuite.
Questo Osservatorio Ambientale, ben lungi dal voler provocare alcuna forma di allarme né tantomeno ledere l’immagine del Comune di Santa Caterina, è pronto a porgere le scuse all’Amministrazione Comunale, qualora essa, renda pubblici gli atti amministrativi relativi all’incarico conferito all’ArpaCal ad effettuare le analisi per suo conto, all’incarico conferito ai biologi di fiducia per una loro perizia e la perizia stessa.
A dispetto della piovosità dei mesi trascorsi dalla nostra segnalazione, le due pozze, non si sono più formate e quel poco d’acqua rimasta, presenta un colore chiaro, nonostante le dichiarazioni di un comunicato che le collocava sotto il livello del mare “come da tutti risaputo”, e che ogni inverno, dopo le mareggiate, rimangono pozze di acqua marina e piovana, residuale sino alla stagione estiva, che mista a fogliame vario provoca quel colore intenso.
Restiamo, inoltre, in attesa della pubblicazione anche delle analisi indirizzate al Comune di Santa Caterina a firma del direttore del Dipartimento ArpaCal dott. Clemente Migliorino che, afferma il Sindaco sempre nel citato comunicato, con risalto riportato dai quotidiani, “effettuate dall’ArpaCal per nostro conto che smentiscono le affermazioni dell’Osservatorio”. A tal proposito segnaliamo di aver fatto richiesta di accesso ai relativi atti all’ArpaCal di Catanzaro il 12/02/2016 ai sensi D.Lgs. 195 del 19.08.2005 “Attuazione della direttiva 2003/4/CE sull’accesso del pubblico all’informazione ambientale”.
Le scuse? a dopo!
Di seguito in allegato pdf con la documentazione antologica dell’analisi della pozza di Santa Caterina: Analisi pozza S Caterina
Arturo Rocca. Presidente Osservatorio Ambientale