Lamezia Terme, Comune dovrà reintegrare dieci dipendenti licenziati.

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Foto www.radiocittastereo.it

Il Comune di Lamezia Terme è stato “condannato” dal Tribunale della stessa città, con sentenza emessa ieri dal giudice del lavoro Valeria Salatino, a reintegrare nel loro posto dieci dipendenti risultati idonei a un concorso del 2012 e assunti per scorrimento della graduatoria nel 2015, ma licenziati dopo appena 15 giorni di servizio. Nel ricostruire la vicenda il tribunale ricorda le fasi del concorso pubblico in questione e delle relative graduatorie di idoneità, con l’agognato scorrimento arrivato finalmente dopo vari stop l’anno scorso, quando i dieci vengono assunti nei vari ruoli per i quali erano risultati idonei (tra i quali istruttore amministrativo, assistente sociale, istruttore tecnico, agente municipale), firmando il contratto il 9 marzo 2015 e prendendo servizio il 16 dello stesso mese.

Il 31 marzo, però, la doccia gelata: lettera di licenziamento del Comune di Lamezia Terme, che sulla base di una norma del Ministero dell’interno che detta vincoli stringenti sulle assunzioni per scorrimento graduatorie da parte di un ente strutturalmente deficitario (tra le quali anche l’autorizzazione della “Commissione per la stabilità finanziaria”), decide di fare dietrofront sulla delibera che dava il via allo scorrimento delle graduatorie. Un provvedimento impugnato dai dieci lavoratori (Rosa Coppola, Daniele Pirrello, Antonella Amantea, Maria Carmela Nigro, Lucia Molinaro, Franca Cefalà, Emilia Cantafio, Giuseppe Rigoli, Rosamaria Tropea e Antonio Ruberto), tutti difesi dall’avvocato Antonio Pileggi. Un ricorso che gli “ex” dipendenti perdono in prima battuta, nel giudizio a cognizione sommaria, sulla base di un motivo specifico (l’osservanza della norma del dl 66/2014 che esclude assunzioni per gli enti che non rispettino i tempi di pagamento dei fornitori ex lege), mentre nel frattempo interviene una sentenza della Corte Costituzionale, la 272/2015, che dichiara illegittima proprio quella norma.

Decidendo sull’opposizione contro l’ordinanza del tribunale che aveva respinto la domanda proposta nella fase sommaria, il Tribunale di Lamezia Terme ha accolto dunque le ragioni dei dieci dipendenti reintegrandoli nel loro posto di lavoro; e ha considerato infondate, con un lungo e accurato excursus tecnico-giuridico sulle leggi, i decreti ministeriali e i successivi atti posti in essere dall’ente, le ragioni poste a fondamento dell’atto di “caducazione” dei contratti da parte del Comune. Licenziamenti dichiarati dunque illegittimi.

Il Comune di Lamezia Terme, oltre al reintegro dei lavoratori, è stato anche condannato al pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali maturati nel frattempo, e al versamento ai ricorrenti della metà delle spese di lite, pari a circa 3 mila euro. La fine di “un anno da incubo” per i dieci lavoratori, come raccontano alcuni di loro, per la maggior parte quarantenni con professionalità medio-alte che, al momento dell’assunzione e della firma del contratto, avevano lasciato le precedenti occupazioni ritrovandosi poi all’improvviso senza lavoro. Ora i lavoratori sono in attesa di ricevere comunicazioni dal Comune guidato dal sindaco Paolo Mascaro, con il quale confermano di aver già comunque stabilito un’interlocuzione serena e proficua. Una sentenza in qualche modo storica, questa di Lamezia, che farà dunque da precedente nei contenziosi relativi alle assunzioni negli enti locali, con riguardo alla normativa sulla finanza locale e in particolare sui (tanti) enti in deficit strutturale.

Teresa Pittelli

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