Referendum popolare “no triv” per risparmiare i nostri mari dalle trivellazioni in cerca di riserve petrolifere. Una consultazione che interessa molto da vicino il territorio soveratese. Dal momento che la costa ionica è stata inserita tra gli ipotetici punti dove si potrebbe scavare. E per prepararsi all’appuntamento elettorale di domenica 17 aprile intanto a Soverato è stato costituito l’ufficio elettorale comunale con la determina di fine febbraio a firma di Giuseppe Grenci, responsabile di settore attività produttive. L’ufficio elettorale ha avuto incarico di svolgere gli adempimenti relativi alla consultazione, ed è costituito dal personale del Comune dei servizi demografici più altri impiegati in supporto provvisorio, che dovranno prestare lavoro straordinario, anche in orari notturni o festivi per arrivare pronti all’appuntamento con le urne. Dell’ufficio fa parte lo stesso Grenci.
A portare avanti la bandiera “no triv” di chi è fermamente contrario alle trivelle nei nostri mari è da tempo Arturo Bova, consigliere regionale e presidente della commissione antimafia, protagonista della battaglia che ha portato la Calabria a essere tra le regioni proponenti del referendum (per abrogare la legge che da il via alle trivelle, inserita dal governo Renzi nel decreto “Sblocca Italia”). Bova ha preso una durissima posizione contro l’indizione nella data del 17 aprile, dal momento che lascerebbe poco tempo ai comitati, con le vacanze pasquali di mezzo, per informare i cittadini. “L’accorato appello del comitato referendario di accorpare il referendum alle amministrative di maggio/giugno è caduto nel vuoto, nonostante fosse motivato da diverse ragioni tra le quali il risparmio di ben 350 milioni di euro. Ma si è scelto di destinare di fatto il referendum a “morte certa” – ha tuonato Bova – per la mancanza di tempo materiale per allestire i tavoli di discussione nei territori”. Ora che la data ormai c’è, però, Bova e i suoi, tra i quali Francesco Rotondo, referente soveratese della sua segreteria, si stanno organizzando per tenere iniziative di sensibilizzazione che nelle prossime settimane toccheranno tutto il basso ionio, Soverato compresa. Di più se ne saprà dopo la riunione di venerdì a Catanzaro tra associazioni di categoria e comitati no triv.
E intanto a favore delle ragioni referendarie no triv si schiera già il sindaco di Soverato, Ernesto Alecci, che all’Esuberante.it spiega di essere “fermamente contrario” alle trivellazioni nella costa ionica. I promotori del referendum e i sostenitori no triv focalizzano l’attenzione sul devastante impatto ambientale che le trivelle potrebbero avere su una costa che vive (o dovrebbe vivere) dei suoi tesori paesaggistici, oltre che delle ricchezze ittiche ed ecologiche, che sarebbero compromesse dalle concessioni alle multinazionali per le esplorazioni dei fondali. Non mancano sul territorio pareri contrari, sulla scorta del monito confindustriale dei giovani dell’associazione industriali catanzaresi, secondo i quali rinunciare alle trivelle significa “dire no a migliaia di posti di lavoro” creati dalla ricerca di fonti di energia come gas e idrocarburi. Operazione che potrebbe raddoppiare la produzione di petrolio e gas, con investimenti per 5 miliardi di euro e maggiori entrate (royalties e tassazione dei profitti) per 1,5 miliardi.
Teresa Pittelli