Girifalco: “S. Valentino e l’altro amore”. Rossella, stuprata e uccisa perché innamorata di uno ndranghetista.

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Rossella Casini, foto www.lanazione.it

Locandina Girifalco S. ValentinoRossella Casini, giovane fiorentina innamorata di un ragazzo di ‘ndrangheta che aveva convinto a pentirsi. Ricevendone la condanna a morte dal parte del potere mafioso. Questa è la storia dalla quale trae spunto  “San Valentino e l’altro Amore”, il convegno organizzato dal Comune di Girifalco e in programma per domenica 14 febbraio alle ore 18 nei locali della biblioteca comunale. Dopo i saluti dell’assessore comunale alle politiche sociali Elisabetta Sestito, e l’introduzione della giornalista, Andreana Illiano, parleranno del tema “San Valentino e l’altro Amore”, la presidente della commissione Pari Opportunità, Elena Morano Cinque e la responsabile dello Sportello S.O.S Giustizia di Libera – Catanzaro, Elvira Iaccino. Concluderà i lavori (moderati dalla giornalista Giulia ZampinaSimona dalla Chiesa.

La storia da cui trae spunto il convegno è quella di Rossella Casini. Il 22 febbraio di 35 anni fa, Rossella veniva stuprata e dilaniata. Lei, fiorentina, si era innamorata di un ragazzo di Palmi, appartenente a una famiglia di ‘ndrangheta. Lentamente, con la forza del conforto e di un legame, lo aveva convinto a pentirsi. Per questo fu condannata a morte. Uccisa dalla cosca che non aveva perdonato lei, la donna “estranea”, per essersi intromessa nel rapporto del clan con il suo lui, Francesco Frisina, e averlo convinto a fidarsi dello stato. Una storia crudele, quella della ragazzina universitaria innamorata di un suo collega, nel ’77, presto con lui felicemente fidanzata, senza sospettare il fatto che lui appartenesse a un mondo diverso, un mondo di regolamento di conti, sentenze di condanna a morte e faide familiari. Il brusco risveglio, per Rossella – amatissima figlia unica – e i suoi genitori, arriva quando nell’estate ’79 viene ucciso il padre di Francesco, Domenico Frisina. Qualche mese dopo anche Francesco fu ferito in un agguato.

Da allora Rossella cercò in tutti i modi di assicurare alla giustizia i criminali, parlando con il procuratore aggiunto di Firenze, Francesco Fleury. L’indagine fu trasmessa alla procura di Palmi, e le conseguenze non si fecero attendere, con i capoclan che, nel sentire il fiato dei magistrati sul collo, si preoccupano e meditano la spietata vendetta nei confronti della ragazza, mentre Francesco viene invece arrestato e fatto rientrare nei ranghi. Lui è stato risparmiato, lei, invece, ha pagato anche per lui la volontà di vivere un amore pulito e sottrarre il suo uomo alle leggi della mafia. La tragica fine di Rossella, rapita, torturata e gettata in mare, è stata ricostruita nel 1994 – come scrisse allora il quotidiano La Repubblica – dai magistrati della procura distrettuale di Reggio Calabria (l’aggiunto Salvatore Boemi, il sostituto Giuseppe Verzera) che indagavano sulle cosche Gallico e Parrello-Condello di Palmi, protagoniste dal ’78 al ’90 di una feroce guerra di mafia.

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