*Oggi in Italia circa 4 milioni di individui fanno fatica a procurarsi un pasto regolare e il Banco Alimentare, nato nel 1989 con la finalità di destinare ai più poveri le eccedenze alimentari, salvandole dallo spreco, ha scritto negli anni una storia di carità sempre più coinvolgente. Attualmente opera in Italia attraverso una rete di 21 organizzazioni che distribuiscono gratuitamente cibo non utilizzato che finirebbe altrimenti nei rifiuti, alle famiglie povere, agli enti caritatevoli, alle comunità di accoglienza e recupero, alle associazioni che si occupano degli “ultimi”, degli indigenti, questi in numero sensibilmente crescente per effetto della crisi economica grave e complicata che stiamo vivendo, sebbene i politici di mestiere si affannino a dirci che c’è una luce in fondo al tunnel.
Tuttavia sempre più gente in difficoltà apre cassonetti di rifiuti alla ricerca di cibo più o meno integro e commestibile. E a questa gente che il Banco Alimentare si rivolge e porge una mano generosa: una solidarietà normale, in cui l’altro è vissuto come un fratello, alle cui urgenze dare risposta concreta per restituirgli la dignità di persona. E grazie alla collaborazione tra l’amministrazione comunale e il Responsabile locale del Banco, anche a Stalettì (Cz) si stanno compiendo passi reali nel problema, che purtroppo esiste anche qui. Ogni mese distribuiamo con discrezione i pacchi alle famiglie meno abbienti, regalando un po’ di ossigeno per garantire loro la sopravvivenza quotidiana, in una società che diventa ogni giorno più ostile e incurante. Mi ha aiutato in tal senso la conoscenza effettiva e affettiva della realtà che vivo, anche se fa male ogni mese chiedere qualche pacco in più perché intanto si è allungata la lista di chi ha bisogno.
Donare un pacco alimentare a una famiglia bisognosa è una cosa appagante ma normale, anche se le situazioni da affrontare sono drammaticamente serie e preoccupanti quando incontro la povertà e il disagio. Le difficoltà e gli inciampi ritornano ogni mattina, ma operare per il bene comune, fare qualcosa di utile per qualcuno, a volte vale solo ascoltare, cambia totalmente la prospettiva. Ho letto da qualche parte che stare dentro una storia, cambia la tua storia, orienta il tuo cammino in modo fondativo e dà l’energia per affrontare ogni fatica. E’ per me una certezza che “chi è rimasto al bordo della strada”, merita più attenzione e aiuto e che è giusto e sacrosanto consentire alle famiglie bisognose di recuperare un po’ di normalità in una condizione marchiata da precarietà e disagio di qualsivoglia tipo. Che è poi il motivo ispiratore del Banco il cui senso è nelle parole don Luigi Giussani, che mi trovano pienamente d’accordo: “In un tempo che ha smarrito il valore infinito della persona, perché ha dimenticato la tradizione cristiana. siete chiamati a rinnovare lo spettacolo della condivisione gratuita del destino dei fratelli….“.
* Concetta Stanizzi, sindaco di Stalettì (Cz)