Caro direttore, seguo con molta attenzione e altrettanto interesse il suo quotidiano on line, che trovo pure puntuale nell’informazione e obiettivo. In tale contesto ho avuto modo di leggere il commento di Mimmo Loiero a proposito della titolazione di una piazza a Mino Reitano. Ovviamente ognuno è libero di esprimere la propria opinione, e di approvare o dissentire. Tuttavia trovo fuori luogo quando, come nella parte finale del commento, Loiero abbandona il commento all’iniziativa comunale per avventurarsi spericolatamente su infondati e inappropriati giudizi sulla figura e l’opera di Ludwig von Mises, il grande economista e scienziato sociale austriaco, al quale l’amministrazione comunale di Soverato nel novembre 2010 ha intitolato una via in un quartiere nuovo nei pressi di Soverato Superiore.
L’iniziativa, aggiungo, è stata replicata dal Comune di San Floro, che a Mises ha intitolato una piazza nel 2014. Orbene, come ho già scritto nell’occasione, e com’è universalmente riconosciuto, Mises non è stato solo un grande economista, che ha dimostrato, già nel 1922 con il suo monumentale Socialismo, l’impossibilità del calcolo economico in regime di economia pianificata, ma, soprattutto, uno degli scienziati sociali di maggior rilievo del XX secolo, la cui opera ha una articolazione assai estesa, che permanentemente interseca ogni campo delle scienze sociali. In particolare, Von Mises si è confrontato con i grandi problemi del suo e nostro tempo, riassumibili nella lotta tra società libera e i suoi nemici: socialismo, nazismo, fascismo, interventismo. E li ha affrontati col respiro del grande pensatore, con un passo più da ottocento che da secolo breve. Mises è anche l’autore de I fallimenti dello Stato interventista”, Lo Stato Onnipotente, Liberalismo e, last but not least, L’Azione Umana.
Gli insegnamenti di Mises estendono la loro validità anche nel decifrare le ragioni della crisi che stiamo vivendo, che non è affatto imputabile al mercato, come, del resto, abbiamo più volte sottolineato, con rigore scientifico, nella rivista Liber@mente. Murray Newton Rothbard, allievo di Mises, ha utilizzato ne La Grande Depressione, recentemente pubblicato in Italia da Rubbettino, la teoria austriaca del ciclo economico, la cui compiuta formulazione si deve proprio allo scienziato austriaco, per spiegare la crisi del ’29, che è stata il prodotto di una prolungata “inflazione del credito”, associata a un’estesa gamma di misure interventistiche che, adottate nel presupposto di evitare la crisi o di uscire da essa, l’hanno invece resa più profonda. È stata allora alimentata una dinamica in larga parte identica a quella che stiamo vivendo. Ciò significa che la crisi del ’29 e quella attuale non sono il prodotto del “perverso” sistema capitalistico, ma delle manipolazioni e degli interventi che hanno impedito e impediscono al mercato di correggere gli errori e di attivare le proprie potenzialità.
Il pensiero di Mises, è pure risaputo, ha altresì influenzato intere generazioni di studiosi, tra i quali gli italiani Bruno Leoni e Luigi Einaudi, quest’ultimo poi diventato presidente della Repubblica, e che in questa sede vorrei piuttosto ricordare come critico di Benedetto Croce. Einaudi, utilizzando gli strumenti teorici elaborati dalla tradizione austriaca, ha validamente confutato la tesi crociana, secondo cui è possibile realizzare il liberalismo politico senza il liberalismo economico; una tesi che è estranea alla tradizione liberale classica e del tutto forviante. Si tratta infatti di distinzione priva di supporti scientifici, che presume di poter rompere il legame indissolubile tra libertà economica e libertà politica. I mezzi economici servono tutti i fini e, pertanto, nessuna libertà di scelta da parte degli individui può realizzarsi laddove gli stessi mezzi siano detenuti monopolisticamente dalle autorità politiche. È evidente quindi che non si può avere libertà individuale senza la proprietà privata, che sta alla base della libertà economica.
Una notazione finale: il 29 gennaio 2016, alle ore 16, presso la Camera di Commercio di Catanzaro, inaugureremo l’ottava edizione della Scuola di Liberalismo “Ludwig von Mises”, con la lectio magistralis del prof. Lorenzo Infantino, ordinario presso la Luiss Guido Carlo di Roma, considerato uno dei maggiori studiosi a livello internazionale di Mises e della Scuola austriaca di economia. Il prof. Infantino tratterà il tema: “Ludwig von Mises e il nostro tempo”. Mi auguro di avere Mimmo Lovero come gradito ospite.
La ringrazio molto dell’attenzione e dello spazio che vorrà dedicare e la saluto con molta cordialità.
- Sandro Scoppa, presidente Fondazione Vincenzo Scoppa
Non vorrei che si pensasse che, per spocchia o poca voglia o addirittura mancanza di argomenti, non rispondo alle argomentazioni di Sandro Scoppa sul liberismo, von Mises e la polemica dello stesso contro l’universo culturale marxista. E’ che in questo periodo sto finendo il mio romanzo Oscura Luce Calabra e sto aggiornando il mio blog http://www.laboratoriopoliticosoveratese.net e, dovendo pure guadagnarmi il pane quotidiano, non ho avuto proprio il tempo. Tuttavia, per intanto, posso dedicare a questa questione, per i pochissimi che potrebbero avere voglia di seguirla, un mio lavoretto di un paio di anni fa. E’ un po’ lunghetto ma è divertente. Se teresa ritiene che possa essere appetibile per i lettori dell’Esuberante può tranquillamente pubblicarlohttp://www.laboratoriopoliticosoveratese.net/archivio/documenti/82-le-ragioni-del-totano-note-su-sviluppo-sostenibilita-e-decrescita.html
…La nota di Sandro Scoppa ci regala un piccolo panegirico dell’economista austriaco che ha dedicato buona parte della sua vita a cercare di smontare le analisi dei marxisti sul capitalismo (a mio parere senza minimamente riuscirci) e che per questo ha conquistato fama presso alcuni circoli della destra internazionale. Ma non risponde alla domanda che era ed è: “che ci azzecca un von Mises con Soverato e i soveratesi?”
L’avvocato Scoppa non perde l’occasione per promuovere la sua scuola di liberalismo e disquisisce anche di crisi, di stato e di libertà politica oltre che di economia. Cose un po’ più grosse della nostra piazzetta che sono costretto a rimandare ad un altro intervento più specifico sperando che interessi i lettori e che la direttora dell’Esuberante sia disposta ad ospitarlo…
Chi volesse leggere tutto il mio articolo che chiude la questione dellaPiazza Mino Reitano, può andare qui… http://www.laboratoriopoliticosoveratese.net/news/121-cervadoro-von-mises-luzzi-scoppa-gli-anonimi-e-pinco-pallino.html
Mimmo noi ti ospitiamo molto volentieri quando vuoi!
Che dire? Sandro sprecare tempo a commentare Loiero mi sembra un inutile esercizio per perdigiorno impuniti. Una esortazione da Firenze: non ti curar di lor ma guarda e passa.
Buongiorno,
siamo molto rammaricati di costatare il tono e la maniera del signor Saverio Martelli.
Non lo conosciamo e non sappiamo chi possa essere, né tanto meno a noi preme una ”difesa” non richiesta verso Loiero. Però queste due righe lapidarie così grondanti disprezzo verso un concittadino (e forse anche verso gli altri) e così dense di boria, ci fanno molto riflettere sul garbo relazionale e la civiltà del confronto, ancora troppo sconosciuti e non praticati, anche a Firenze!
Soverato Perché 2
http://soveratoperche2.blogspot.it/
Per corroborare quello che ha scritto Sandro Scoppa, devo dire che Ludwig von Mises è stato uno degli economisti più importanti del XX secolo e uno dei principali architetti della cosiddetta Scuola Austriaca di Economia (che non ha nulla di “monetarista”), accanto a Friedrich August von Hayek.
Lo dimostrano non solo le sue opere, ma anche i tantissimi Istituti Mises sparsi in molti Paesi, tra cui l’Instituto Mises Brasile, di cui sono Direttore Accademico.
Voglio pure sottolineare che la via Mises e la piazza Mises sono conosciute non solo in Calabria e in Italia, ma in diversi Paesi del mondo, come un omaggio a uno studioso di primissima grandezza e di indiscutibile fama internazionale.
Ubiratan Jorge Iorio
Università dello Stato di Rio de Janeiro, Brasile
Immaginiamo che Mimmo Loiero non abbia bisogno di alcun sostituto per rispondere e quindi NON rispondiamo al posto suo, abbiamo piacere tuttavia di sottolineare (se mai ce ne fosse bisogno) che la scrittura è differente dal parlato e quindi necessita di qualche “coloritura”. Nel linguaggio parlato interviene lo sguardo, il sorriso, l’ammiccamento, la gestualità, che confermano, o attenuano, o addirittura contraddicono quanto appena proferito. Nel linguaggio scritto, no.
E allora s’inseriscono degli “aiutini”, quindi l’iperbole, l’enfatizzazione, i paradossi, l’estrosità, addirittura la bizzarria, quando serve a sottilineare, confermare o smentire ciò che si è appena scritto! Sono dei legittimi artifizi funzionali a catturare il lettore. Nulla di male, anzi!
Crediamo che Loiero abbia colorito e vivacizzato il suo scritto, che tendeva a tutt’altro che sminuire qualsiasi personaggio, utilizzato qui soltanto “lateralmente”, e anche il suo “farsi fottere” non offende né disturba, inserito com’è in un’opinione intelligente e viva su un fatto che, ahinoi, coinvolge tutta la Città.
Quindi, secondo la nostra modestissima opinione, non esiste alcun “avventurarsi spericolatamente su infondati e inappropriati giudizi sulla figura e l’opera di Ludwig von Mises”, ma soltanto (e per fortuna!) l’espressione della propria personale vitalità sulle cose pubbliche, che sembra, aggiungiamo noi, siano purtroppo appannaggio e proprietà di pochi e non di tutti.
Caro Direttore, grazie per l’ospitalità.
Soverato Perché 2