E’ il tema dell’indifferenza, degli “spettatori” presunti perché in realtà qualcosa fecero, o meglio non fecero, sia quando negli anni ’40 si girarono dall’altra parte, in Italia e in Europa, mentre il vicino di casa veniva deportato, sia quando oggi si accorgono che migliaia di persone muoiono in mare cercando di arrivare nel nostro Paese, la chiave di lettura scelta dal giovane storico Carlo Greppi per parlare del suo libro Non restare indietro (Feltrinelli), ispirato all’esperienza degli oltre ventimila studenti che lui ha accompagnato in questi anni nei luoghi della Shoah. Un racconto che lunedì a Soverato ha preso il via dalla “lectio” della mattina in teatro, agli studenti delle scuole secondarie, proseguendo poi con il pubblico della libreria Non ci resta che leggere.
“Fortezza Europa che fa morire in mare le persone negando loro un diritto per noi scontato, quello di muoverci dal nostro Paese, sarà un giorno ricordata dalla storia per l’aspetto della nostra quotidiana assuefazione a queste morti”, ha spiegato Greppi, mettendo in relazione questo tema con quello dell’indifferenza di allora. “Se ne può dare una lettura in termini di cieca obbedienza all’autorità, così come di inespressa volontà della massa di liberarsi di un problema, ovvero gli indesiderati, che allora erano gli ebrei, indicati dal nazi-fascismo come un pericolo per la stabilità della nazione, soprattutto dal punto di vista economico, e oggi gli immigrati”, ha osservato lo storico torinese.
E sebbene i viaggi ad Aushwitz organizzati da Greppi con le scuole non abbiano purtroppo quasi lambito la Calabria – esclusa da questo circuito come gran parte del Sud – lo scrittore ha voluto sottolineare che la sensibilità e l’apertura su questi temi siano caratteristiche delle platee meridionali che incontra. “Più vai su, più ti allontani dal Mediterraneo, più si alzano barriere e si parla per stereotipi”, ha ironizzato Greppi. E il viaggio ad Auschwitz del protagonista del suo romanzo, l’adolescente Francesco, è un percorso di formazione che da un’iniziale remora a partire porta il ragazzo a un progressivo coinvolgimento nell’esperienza che gli cambierà la vita.
“Imparare che in alcuni casi è anche giusto disobbedire, alimentare lo spirito critico dei giovani che oggi si tende a sorvegliare e punire nei luoghi di formazione, spingere le scuole ad affrontare il ‘900 con maggiore completezza nei programmi di storia, sono alcune delle conseguenze importanti dei viaggi”, ha raccontato Greppi, che si è intrattenuto a lungo poi a dialogare con i ragazzi, la stampa, il pubblico e i tesserati dell’Anpi. La sua presenza a Soverato è stata una delle iniziative che la locale sezione Anpi, con il suo presidente Fausto Pettinato, ha promosso in occasione della Giornata della memoria. Prossimi appuntamenti sabato 23 e mercoledì 27 (vedi il programma).
Teresa Pittelli