Soverato, ospedale: operatori pulizie senza stipendio. Rimuovere striscioni non risolve il problema!

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La protesta dei lavoratori ad agosto 2015
La protesta iniziata lunedì scorso
La protesta iniziata lunedì scorso

Una protesta pacifica ma ferma, con sit in continuo davanti all’ospedale di Soverato e striscioni che denunciano la loro situazione di precarietà economica ed esistenziale, con stipendi davvero minimal – più o meno sotto i 500 euro al mese – anche a causa dei tagli agli orari di lavoro, stipendi ridotti all’osso che da due mesi non arrivano neppure. I circa settanta operatori in forza all’ospedale di Soverato e alla residenza sanitaria di Girifalco (Cz) stanno attuando in queste ore la loro protesta davanti al nosocomio cittadino. Protesta annunciata, iniziata lunedì scorso con picchetti e striscioni, per rivendicare il loro diritto almeno a percepire quel minimo di salario che gli spetta, ricordando che sono lavoratori rappresentati in gran parte da donne con famiglie a carico, o perché a capo di nuclei monoparentali o perché con mariti senza lavoro.

Ma dopo le comunicazioni inviate alla ditta e all’asp di Catanzaro da Elisabetta Fruci, la sindacalista della Filcams Cgil che segue la vertenza – e dopo l’annuncio della protesta in atto – è la stessa Fruci a far sapere che a oggi sono state pagate solo quindici persone su circa settanta. “La ditta ha provveduto a saldare solo quindici posizioni, non si capisce bene in base a quali criteri. Avrebbe forse potuto dare un acconto a tutti, in attesa di completare i pagamenti di dicembre e provvedere al saldo di gennaio”, spiega Fruci, denunciando una mancanza di certezze sia nei tempi che nelle modalità dei prossimi pagamenti. Un dato che è dispiaciuto a molti lavoratori, inoltre – lavoratori che nonostante la situazione continuano a rispettare i turni di lavoro – è stata la rimozione, lunedì, degli striscioni davanti all’ospedale di Soverato.

“Perché far rimuovere gli striscioni? E’ una manifestazione autorizzata e comunicata alle forze dell’ordine, dunque a questi lavoratori va garantita la libera espressione del loro pensiero e del loro disagio, libertà che al momento è tutto ciò che hanno”, sottolinea Fruci. Rimuovere gli striscioni, in effetti, non rimuovere certo il problema di questi operatori e delle loro famiglie. Se proprio ci si vuol attivare in qualche modo, dunque, forse le energie impiegate nel far rimuovere cartelli di legittima protesta potrebbero utilmente essere spese per sostenere la ricerca di una soluzione al problema. Il futuro di questi lavoratori resta poi appeso al filo di un nuovo appalto, dal momento che sarebbe subentrata a novembre scorso una nuova ditta, la Se.Gi. di Montalto Uffugo (Cs) – non ancora in carica, a quanto risulta, nelle more di un ricorso davanti al Tar – e occorrerà quindi, nel caso, trasferire il cantiere cercando di garantire i lavoratori della Sgs. “Anche questa è una questione al vaglio, cerchiamo ora di risolvere il problema dei pagamenti e seguiamo l’evolversi della situazione”, spiega Fruci.  Giorni di attesa, quindi, di risposte concrete sia economiche che contrattuali.

 

Teresa Pittelli

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