Showdown: il pm chiede l’assoluzione per Teo Sinopoli, Massimo Procopio, Rino Mirarchi e Giandomenico Rattà

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Tribunale di Catanzaro

Chiesta oggi l’assoluzione per Massimo Procopio, Saverio Mirarchi, Teo Sinopoli e Giandomenico Rattà, dal pubblico ministero Vincenzo Capomolla, nel corso dell’udienza appena conclusasi davanti al tribunale di Catanzaro nell’ambito del processo scaturito dall’inchiesta Showdown sulle cosche di ndrangheta e i loro presunti affiliati nel soveratese. Buone notizie per quanto riguarda le richiese dell’accusa, dunque, per Massimo Procopio e Saverio Mirarchi, dipendenti del Comune di Soverato, Teo Sinopoli, vicesindaco all’epoca dei fatti e Giandomenico Rattà, imprenditore del luogo.

Le pene più alte riguardano invece Michele Lentini, Fiorito Procopio e Maurizio Tripodi, ritenuti al vertice o comunque esponenti di rilievo delle ndrine locali, per i quali il pm ha chiesto ventiquattro anni di reclusione. Venti anni la pena detentiva invocata invece per Antonio Gullà, la stessa pena chiesta per Davide Sestito. Diciotto anni, invece, per Alberto Sia e pene detentive tra uno e tredici anni per tutte le altre posizioni processuali. Nelle udienze previste per la fine del mese sarà la volta delle discussioni da parte dei difensori degli imputati, davanti al collegio presieduto dal giudice Giuseppe Valea, in vista di una sentenza attesa entro settembre o per gli inizi di ottobre.

t.p.

 

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