Una testimonianza recentissima su come si viene accolti e curati all’ospedale di Soverato. Una storia raccontata in prima persona perché è la mia. Tutto ha inizio due anni fa, con dolori addominali forti e gonfiore per i quali nessun medico riusciva a diagnosticare una malattia precisa e somministrare una terapia chiara e definitiva; finalmente un’ecografia nel nosocomio cittadino individua il problema: calcoli alla colecisti e immediato inserimento in lista d’attesa per l’intervento. In realtà una crisi acuta mi ha portata in ospedale in urgenza lo scorso 7 giugno, con intervento eseguito due giorni dopo per “colecistite cronica calcolosa.”
Voglio raccontarvi com’è andata perché è giusto porre attenzione e salvaguardare ciò che di buono ed efficiente abbiamo sul nostro territorio. In molti dicono che l’ospedale di Soverato non può restare presidio ospedaliero territoriale, nonostante il forte afflusso di utenti, e che attrezzature e personale medico sono carenti per far fronte alle esigenze, da curare dunque nei “vicini” ospedali hub di Catanzaro-Germaneto, o in quello spoke di Lamezia Terme. Forse però non ci si rende conto che se l’hub deve rappresentare il massimo livello di complessità delle cure, il livello giusto per gestire le tante esigenze quotidiane dell’utenza, come la mia colecisti, come la crisi convulsiva febbrile o la gastroenterite del bambino, è proprio quello di un ospedale generale come il nostro, dove è consentito unire professionalità e umanità, e non sentirsi solo numeri che affollano già affollatissimi ospedali regionali.
Io da quando ho messo piede nell’ospedale sono stata accolta non solo da “dottori” ma da “persone” che mi hanno trasmesso sicurezza e tranquillità, come da giuramento di Ippocrate sul rapporto medico-paziente tanto necessario alla cura quanto il protocollo terapeutico. Personalmente sono stata trattata benissimo non solo dai medici ma da tutti, dal semplice allievo all’intera equipe che mia ha operata guidata dai dottori Gullà e Deonforio, dagli infermieri che venivano a cambiarmi le flebo, gli anestesisti che hanno letto la paura nei miei occhi e hanno cercato di tranquillizzarmi.
Ho potuto notare l’umanità del personale nel dialogare con i pazienti, nel portare molta pazienza quando un degente è sotto effetto di morfina e anestesia (e vi dico tantissima, per me è corso in stanza un intero reparto), dare una parola di conforto e cantare qualcosa a qualche anziano che si vede già “dall’altra parte”. Ricordo ancora l’abbraccio del personale l’ultimo giorno di degenza, dalle premure della signora Teresa agli scherzi del signor Alfredo e del caposala Giovanni. E ho trovato riscontro al gradimento di questo mix di ottime prestazioni e approccio umano con il paziente dialogando con i degenti e i loro parenti, che oltre a questo hanno anche messo in risalto la pulizia dei bagni e delle stanze, non molto scontate facendo il confronto con altre degenze di miei familiari negli ospedaloni “hub”.
L’ospedale di Soverato non ha nulla da invidiare a quello di Catanzaro, abbiamo una risorsa, un bene di inestimabile valore dove lavorano medici più che qualificati. Mi rivolgo a chi di dovere, l’ospedale di Soverato non dovrà mai chiudere perché offre un servizio insostituibile a un’utenza vastissima, servizio da ottimizzare, razionalizzare quanto si vuole ma non per ridurre le prestazioni, semmai per migliorarle, ampliarle e coordinarle con il territorio. Ringrazio tutto il reparto di chirurgia guidato dal dottor Giuseppe Messina.
Victoria Asturi
Qualche anno fa ho subito un piccolo intervento alla mano sinistra e mi sono trovato benissimo. Lo scorso anno a mia mamma e’ stata impiantata una protesi all’anca ed ancora una volta il reparto di ortopedia ci ha dato prova di grande efficienza. Per questo motivo Mercoledi mi rechero’ di nuovo presso l’ospedale di Soverato per subire un intervento alla mano destra, nonostante io abiti a Catanzaro. Grazie a tutte le professionalita’ del reparto di ortopedia ed in particolare al dottore Menniti. Anche io penso che la soppressione dell’ ospedale di Soverato sarebbe un errore gravissimo.
Saverio Fontana
Io dell’ospedale di soverato ho avuto solo esperienze positive, è una struttura dove le persone che ci lavorano sono prima di tutto persone umane e di una gentilezza mai riscontrata prima in nessuna altra struttura ospedaliera. È giusto raccontare quali sono state le occasioni per farmi dire solo bene. Per prima mia mamma che ha avuto una malattia maligna nell’utero ed è stata ricoverata ed in seguito operata con successo, seguita dal primario e dal dott. Gioffrè, nonché da tutta l’equipe quali anestesisti, dottori e non per ultimo gli infermieri, tutti con grande professionalità, devozione ed umanità. Io non mi sono mai sentito in ospedale ma a casa mia con i miei familiari, cosa che più unica che rara. La pulizia, anche nei bagni del corridoio esemplare. Mia moglie ha partorito sempre all’ospedale di Soverato, che dire? Sarei ripetitivo. Gli infermieri gentilissimi, i dottori e tutti quelli che ci lavorano, compreso il personale delle pulizie, di una squisitezza unica, pazienti quando gli rompevo la testa ogni secondo per chiedere notizie per mia moglie nel momento del parto, cosa che ho voluto pure assistere. In un ospedale non è facile stare tranquilli ma a Soverato tutto è armonioso con persone veramente squisite, tutti nessuno escluso, compreso il personale del pronto soccorso, eppure io parto da Siderno! Spero comunque che anche per l’ospedale di Locri si faccia qualcosa di positivo, troppo gravato dalle chiusure degli ospedali di Gerace e di Siderno, portando solo a confusione ed a insopportabilità dei pesi spropositati, mentre vedo dottori ed infermieri ammazzarsi di lavoro ma producendo male per il forte sovraccarico di persone che deve fronteggiare un numero veramente esiguo di personale ed a quasi totale assenza di medicine. Questi ospedali non si dovrebbero chiudere, sarebbe una catastrofe, anche perché chiudendo definitivamente queste strutture farebbero gravare ulteriore peso anche all’ospedale di Catanzaro, facendolo diventare da nosocomio a manicomio come già succede nella locride e non è giusto pregiudicare queste strutture dove chi ci lavora si deve ammazzare producendo male quando invece si potrebbero riaprire strutture già esistenti e dividersi in ognuno i pazienti del proprio territori, cosa secondo me utile a tutti. Gli ospedali in particolare non bisogna chiuderli, specialmente quando funzionano, come ad esempio l’ospedale di soverato. Ringrazio di cuore il dott. T. Gioffrè, il primario dell’ostetricia, la sig.ra Maria che ha aiutato mia moglie a partorire ed a salvare la vita di mia mamma. Se questo sembra poco, per me è un’infinità ed una cosa grande. Grazie di cuore a tutti e che mi perdonino le persone che non ricordo i loro nomi ma che non sono stati da meno. Un grande abbraccio ed un grande e detto di cuore GRAZIE A TUTTI.
Grazie mille della sua bella testimonianza.