E’ stato trasmesso al Tg1 delle 13.30 di oggi (si può vedere qui a partire dal minuto 21.01), con un audience di milioni di persone, il servizio sul caso di Catia Viscomi, la giovane mamma di Soverato in coma da un anno e mezzo a seguito del parto cesareo del suo primo bimbo, il 7 maggio 2014, all’ospedale Pugliese-Ciaccio di Catanzaro. La rete ammiraglia della Rai aveva registrato l’intervista al marito, Paolo Lagonia, che chiede giustizia per sua moglie insieme alla famiglia di Catia, cioè la sua mamma e i suoi tre fratelli, all’indomani della fiaccolata dello scorso 13 novembre a Soverato. In quell’occasione un fiume di gente aveva invaso le strade del borgo e della marina della città, fermandosi davanti al sagrato della chiesa parrocchiale, per chiedere che la vicenda di Catia non fosse dimenticata con l’archiviazione del procedimento penale in corso a Catanzaro per stabilire le responsabilità delle condizioni in cui versa la donna, mentre il suo bambino cresce senza le cure della sua mamma. Oggi, finalmente, la messa in onda.
Nel servizio del Tg1 il marito di Catia spiega le ragioni sostenute dal loro avvocato, Giuseppe Incardona, in base alle quali le responsabilità dell’intera vicenda, a loro avviso, non sarebbero da addossare alla sola anestesista, deceduta lo scorso febbraio e unica indagata, ma andrebbero indagate ulteriormente. Una richiesta che sarà valutata all’udienza di domani mattina dal gip Giuseppe Perri, che deciderà sulla richiesta di archiviazione avanzata dal pm, Debora Rizzo, all’udienza dello scorso ottobre. Poche ore, quindi, per sapere quale sarà il destino giudiziario di una vicenda che ha profondamente colpito la comunità di Soverato dove Catia è nata e cresciuta, fino a diventare una stimatissima oncologa del policlinico Germaneto, vicenda che però per gravità e intensità dei beni della vita coinvolti ha varcato i confini regionali per essere portata a conoscenza dell’intero Paese.
Teresa Pittelli